Tonia Samela
pubblicato 8 anni fa in Everyday tips

Le Euristiche

ovvero del perché se stai facendo una sciocchezza continui a farla nonostante sai che non sia (più) il caso

Le Euristiche

Aristotele ci insegna che l’essere umano si contraddistingue dagli altri viventi per una facoltà esclusiva: la razionalità.
La razionalità sta alla base delle scelte ponderate. E questo invece ce lo insegnano quando arriviamo a dodici/tredici anni e dobbiamo scegliere laristotelea scuola superiore.
Poi scegliamo una facoltà che non fa per noi, ogni esame pesa come un macigno ma continuiamo ad andare a lezione; decidiamo di portare avanti una idea nonostante non ne siamo più poi così convinti; facciamo la strada sbagliata anche se gli amici ci dicono che la traversa giusta fosse quella successiva; continuiamo a investire tempo e denaro nel nostro progetto preadolescenziale nonostante è chiaro che modella/cantante/calciatore/scrittrice-scrittore di best seller non ci diventeremo mai.
Cocciutaggine? Non sempre, non solo.

La psicologia cognitiva chiama questo modo socialmente accettato di agonizzare “Euristica Dei Costi Non Recuperabili”.
Durante la fase di decision making, (ovvero nel momento in cui al mattino laviamo i denti e ci guardiamo allo specchio interrogandoci sul nostro destino, scegliendo di fare delle grandissime cretinate, in buona fede) noi imperfetti esseri umani non ragioniamo attraverso algoritmi, ma attraverso strategie.
Per intenderci, l’algoritmo è Google Maps, l’euristica è “quello che mi ricordo di quando, a quattro anni, in questa zona ci sono venuto una volta con papà”.

Insomma, il nostro cervello sembra essere stato progettato per l’errore. Perché?

1636745ca19e67be7f50fb8854976143Perché se dovessimo scegliere una maglietta in base ai metri di lana utilizzati per tesserla moltiplicato il grado di bellezza di cui dispone, moltiplicato quanto fa tendenza, fratto quanta benzina ci ho messo per arrivare al negozio, elevato il grado di fila che c’è alla cassa….andremmo in giro come disadattati.
Non sempre ciò che è statisticamente valido e matematicamente conveniente è giusto per noi, per cui il cervello si è adattato per fare in modo che ci venga più semplice scegliere “di cuore” piuttosto che “di ragione”. L’altra faccia della medaglia consiste nel fatto che, alcune volte, le scelte più istintive, facili o “nobili” che facciamo sono in realtà il prodotto di un errore di valutazione.

Ma Tu lo sai benissimo che hai fatto davvero troppo tardi, e che il treno probabilmente è partito, ma ormai giri l’angolo e sei in stazione, che fai, torni indietro? Metti che poi, giusto sta volta, il treno parte in ritardo?