Federico Musardo
pubblicato 5 anni fa in Recensioni

L’ortografia è la capacità di stare al mondo

Questione di virgole di Leonardo G. Luccone

L’ortografia è la capacità di stare al mondo

Questa non vuole essere una grammatica, né io ho alcuna pretesa accademica. Anzi, mi scuso in anticipo con i professori e i ricercatori che dovessero avvertire un’invasione di campo. Questa è una paziente riflessione su una porzioncina significativa della nostra lingua, una delle cose che amo di più.

Tutto ciò che divide per unire è punteggiatura

Incomincia così Questione di virgole. Punteggiare rapido e accorto (Laterza, 2018), il libro di Leonardo Luccone:

La virgola ha fagocitato il punto e virgola e i due punti, e insieme al punto fermo rappresenta il novanta percento della punteggiatura usata oggi da chi scrive; il punto e virgola, invece, è in via di estinzione.

Questa frase sarebbe sufficiente per capire dove l’autore vuole arrivare. Ora cerchiamo di capire perché vale lo stesso la pena di leggere il libro. Anzitutto perché Luccone sa e non è pedante, e quando si leggono testi afferenti al mondo della lingua italiana il più delle volte non è così; secondariamente, perché fa sempre bene imparare.

Luccone ci racconta il rapporto tra gli scrittori e il curioso universo della punteggiatura . Già dall’indice si capisce che la sua è una ricerca trasversale: virgola, inciso, punti fermi, punto e virgola, due punti, trattini, spazi bianchi (!) e altro ancora (sintassi, congiunzioni, usi anomali o creativi, parentesi…). Gli scrittori citati, sia dai classici della letteratura che dai manoscritti su cui Luccone ha lavorato, sono moltissimi, soprattutto italiani. In ordine sparso: Dante, Manzoni, Pavese, Sergio Tofano detto «Sto», Tobino, Fenoglio, Morselli, Foscolo. D’Arzo, Silone, Gadda, Vittorini, Arbasino, Tondelli, Calasso, Ginzburg, Landolfi e tanti altri; tra gli stranieri Valéry, Dürrenmatt, D.F.Wallace, per citarne alcuni. A questi si aggiungono anche delle appendici, corredate a loro volta da esempi, attraverso cui ciascuno ha modo di approfondire ciò che più lo ha incuriosito.

Anche se i segni di interpunzione possono determinare il senso di una frase pare che gli scriventi, soprattutto quelli digitali, non siano granché interessati a usarli propriamente. Si legge di più, si scrive peggio? A pensarci bene, ci suggerisce l’autore, una cattiva punteggiatura compromette il contenuto di un testo. Nell’era dei messaggi istantanei, purtroppo, sacrifichiamo la punteggiatura sull’altare di quella che è una vera e propria simultaneità comunicativa, tant’è che la distanza tra oralità e scrittura sta sempre di più assottigliandosi. Luccone analizza dettagliatamente anche gli incisi; così frequenti e naturali quando parliamo, per iscritto questi creano oscillazioni e incertezze.
Al di là del mondo digitale e delle molte altre ragioni per cui oggi la punteggiatura viene sottovalutata, sembra altrettanto allarmante l’ingordigia del punto fermo e della virgola, segni meravigliosi e soverchianti al tempo stesso. Il nostro ormai è un modo di scrivere tuttopunti, e la virgola è diventata polivalente. Il punto e virgola è ahinoi fagocitato alternativamente da uno o dall’altro.

Luccone cerca proprio di educare alla lettura e alla scoperta dell’interpunzione. È come se il suo libro fosse un viaggio sulla superficie dei testi. Un’esperienza oltretutto moderna e interattiva, perché l’autore ci invita a condividere mediante i social i nostri piccoli esperimenti.

Questione di virgole è stata una lettura scorrevole anche grazie all’ironia del suo autore. Per esempio, quando il lettore arriverà all’annosa questione della virgola prima delle congiunzioni, si troverà di fronte un divertente e perentorio “qui si fa a botte”.

Questa recensione, volutamente breve e introduttiva , si propone il semplice obiettivo di presentare al lettore un testo limpido e fertile, un libro che ci racconta perché dobbiamo conservare, amare e coltivare ogni giorno il vivo sottobosco della punteggiatura.

Avviciniamoci alla punteggiatura con un po’ di sprezzante curiosa allegria. Leggete ad alta voce gli esempi che vi ho riportato – fate le voci. Compiacetevi un po’. Ve lo ripeto: copiate le frasi. Imitatele, fatele diventare vostre. Il futuro è nella bottega rinascimentale. Storpiatele. Contestatele. Fategli il verso. «Io l’avrei scritto così».

Fonte dell’immagine