Breve invito alla lettura di Sostiene Pereira
Sostiene Pereira è stato per me il biglietto da visita del suo autore Antonio Tabucchi, del quale non avevo mai letto nulla. Terminato il libro però mi sono documentata, e ho scoperto che per molti ha avuto questa funzione, infatti è il romanzo che lo ha reso maggiormente famoso e gli ha fruttato svariati premi letterari. Devo dire che non ne sono rimasta affatto sorpresa: Tabucchi, classe 1943, riesce infatti con una scrittura scorrevole, ma mai frettolosa o distratta, a catapultare chi legge nella Lisbona dell’estate 1938 vissuta dal suo personaggio principale, Pereira. Ogni immagine infatti dà l’impressione di essere filtrata attraverso gli occhi del protagonista, nonostante ci sia un narratore esterno che racconta e mette insieme di pagina in pagina le parti di un discorso che si intuisce avere tutti i presupposti giusti per essere più che un semplice racconto. Pereira è un letterato, dirige la pagina culturale del Lisboa, piccolo giornale di cronaca rosa, ed è ossessionato dalla morte.
Si chiese: in che mondo vivo? E gli venne la bizzarra idea che lui, forse, non viveva, ma era come fosse già morto. Da quando era scomparsa sua moglie lui viveva come fosse morto. O meglio: non faceva altro che pensare alla morte.
Trascorre il suo tempo circondato da scrittori di epoche passate, lontano dalla sua: vive di ricordi e di rimpianti. L’incontro con Francesco Monteiro Rossi smuove però qualcosa, improvvisamente Pereira vede davanti a sé quello che è stato e non ha più il coraggio di essere da tanto tempo: un uomo pieno di ideali e speranze. Una serie di eventi lo faranno guardare oltre il suo mondo fatto di omelette alle erbe aromatiche e una solitudine colmata dai suoi monologhi e dalla fotografia della moglie ormai troppo lontana.
“E anche lui a quel tempo suonava la viola nelle feste studentesche, e era magro e agile, e faceva innamorare le ragazze. Tante belle ragazze che andavano matte per lui. E lui invece si era appassionato di una ragazzina fragile e pallida, che scriveva poesie e spesso aveva mal di testa.”
Verrà quindi travolto da vite altrui che comprometteranno la sua non vita, la sua quotidianità religiosamente ripetitiva e lo porteranno a mettere in discussione se stesso e la cultura che tanto ama. Quest’ultima infatti ha un ruolo politico e sociale che Pereira non può più permettersi di ignorare.
Tabucchi con delicatezza e senza giudicare ci svela durante tutto il romanzo come la realtà, quella fatta di battaglie e ingiustizie da combattere, ci sembri sempre troppo lontana dal nostro orticello tranquillo. E sulle battute finali ci dimostra che basta alzare lo sguardo per vedere un mondo che va avanti, o sotto alcuni punti di vista indietro, mentre noi restiamo fermi e inconsapevoli.
Consigli utili:
La casa editrice Tunué ha pubblicato in prima edizione nel 2014 una graphic novel tratta da questo romanzo e nata dalla stretta collaborazione fra Marino Magliani e Marco D’Aponte. Non posso non consigliarvi anche questa lungimirante lettura, fatta di solitudine, sensi di colpa e consapevolezza nel totale rispetto dello stile di Tabucchi.