American Horror Story – Hotel
quando dietro alla finzione del grande schermo è celato un macabro e spietato “Artista”
Amo ciò che ha fatto in questa stagione, anche se è molto pesante. Più andiamo avanti più diventa bravo. Ed è sempre una buona cosa quando un attore ti manda un messaggio dopo aver fatto una scena, scrivendo “quella è stata la cosa più malata ma esilarante che io sia mai stato costretto a fare”
Stiamo parlando di American Horror Story – Hotel, quinta stagione della serie televisiva statunitense di genere horror, trasmessa nel 2015-16. Questo è quanto aveva dichiarato l’ideatore Ryan Murphy, in un’intervista ad Entertainment Weekly, in riferimento all’attore Evan Peters, che qui interpreta il ruolo del Signor March, costruttore e proprietario dell’Hotel Cortez. Difficile riuscire a descrivere brevemente la trama della stagione, che avrà come protagonista il detective John Lowe, interpretato da Wes Bentley, che, indagando su una serie di brutali omicidi, finirà nello strano Hotel a Los Angeles, quindi mi soffermerò esclusivamente sulla storia relativa al personaggio che più ha catturato la mia curiosità.
Mister James March, uomo di umili origini arricchitosi con l’industria mineraria che, nel 1925 costruì l’hotel Cortez, edificio progettato affinché potesse dilettarsi a uccidere le sue vittime senza correre il rischio di essere scoperto, attraverso la realizzazione di un tunnel di scarico per cadaveri e stanze segrete ed insonorizzate. Nella serie, dopo un numero indefinito di massacri ed omicidi, le autorità riescono comunque a identificare il signor March come il responsabile di tutti i macabri delitti e, per sottrarsi all’arresto, l’uomo si suicidò insieme alla sua fedele complice, la cameriera dell’hotel, Miss Evers, interpretata da Mare Winningham.
Sono stato entusiasta di interpretare questo ruolo. I baffi del Signor March sono la cosa che preferisco del mio personaggio. Ho molto apprezzato anche le scene con Miss Evers, interpretata dalla mia collega, Mare Winningham. (Evan Peters)
L’attore, in American Horror Story – Hotel, veste i panni di un uomo che non uccideva per vendetta, amore, famiglia, o in seguito ad un trauma, ma che uccideva in quanto considerava l’assassinio come la più sublime tra le arti e che riteneva che l’ “artista”, pertanto, doveva cimentarsi con inventiva nelle varie uccisioni. Vediamo sullo schermo un James March che ama parlare con le sue vittime prima del colpo di grazia poiché non le sta solamente uccidendo, ma le sta includendo in un ben più raffinato disegno di morte, insignendole di un divino privilegio. La morte, agli occhi del signor March, è il cronometro dell’esistenza che sublima tutta la vita dell’individuo tanto che persino la sua morte assume un duplice significato: morire per non essere preso e morire per ricominciare.
Fin dal primo istante i suoi baffetti e la sua aria da gentiluomo hanno conquistato le fan, per non parlare dell’accento inglese: perché il signor March sarà anche uno spietato serial killer, ma squarta, pugnala, brucia nell’acido e martella con grande, innegabile classe. (Ryan Murphy)
Ma chi è davvero il Signor March?
L’affascinante personaggio interpretato alla perfezione da Evan Peters, è ispirato alla vera storia del dottor Henry Howard Holmes, uno dei primi serial killer della storia americana, accusato a fine Ottocento di aver ucciso ben ventisette donne, anche se si sospetta che le vittime fossero in realtà ben più di duecento. Herman Webster Mudgett nacque il 16 maggio 1861 nel New Hampshire. Figlio di un alcolista, vittima di bullismo a scuola, fu proprio quando alcuni dei suoi compagni di classe lo costrinsero a toccare il cranio di uno scheletro che il giovane iniziò a provare piacere nel torturare animali randagi con esperimenti sadici. Si sposò alla giovane età di diciotto anni con Clara Lovering ed iniziò a studiare come medico ma venne espulso per frode assicurativa dopo essere stato scoperto a rubare cadaveri: egli sfigurava i volti dei morti per poi intascare i soldi dell’assicurazione sulla vita facendoli passare per propri parenti. Si trasferì da solo a Englewood, nell’Illinois, vicina a Chicago e qui cambiò il suo nome in Henry Howard Holmes. È in questo periodo che l’uomo commise i suoi primi tre omicidi: avvelenò una donna per puro scopo di profitto e una coppia di anziani farmacisti che, imprudentemente, gli lasciarono gestire la loro farmacia. Con i soldi di alcune frodi assicurative fece costruire un enorme edificio a tre piani che gli serviva non solo da abitazione ma anche da negozio e da hotel. L’edificio era talmente tanto imponente che venne soprannominato Il Castello. Holmes rese il secondo e il terzo piano una vera e propria trappola mortale: le camere erano collegate tra loro da passaggi segreti, muri scorrevoli, spioncini, porte blindate, stanze segrete ed insonorizzate, scale, corridoi e botole che si aprivano a comando e che facevano scivolare le ignare vittime in cantina, dove si trovava una piscina piena di acido corrosivo. Ogni singola stanza era inoltre una vera e propria camera a gas, con le mura foderate di amianto e progettata in modo tale che le porte potessero essere bloccate dall’esterno. Infine, in una delle stanze segrete, si trovava un forno crematorio. Tra il 1892 e il 1894, il Castello fu teatro di macabri massacri: il dottor Henry Howard Holmes affittava le camere e, dopo aver intrappolato le vittime ed aver tratto piacere dalle loro urla strazianti, li faceva morire asfissiati nelle camere e, a volte, incendiava il gas così da carbonizzarli. Una volta recuperati, i corpi venivano o eviscerati e scarnificati, permettendo così ad Holmes di rivendere lo scheletro alle università, o sciolti definitivamente nell’acido, o dissezionati per esprimenti indefiniti e privi di finalità scientifiche. Uccideva con elevata frequenza e il ricavato della vendita degli scheletri fu molto redditizio. Nel 1893, accerchiato dai creditori in un momento di difficoltà economica, abbandonò il Castello e si rifugiò altrove ma poco dopo, un suo complice, Pat Quinlan, dopo aver perso amante, sorella e figlia illegittima, uccise e scarnificate per errore dal dottor Holmes, diede fuoco all’intero edificio. Un investigatore, dopo aver scoperto che l’incendio era doloso, gli impedì di intascare i soldi dell’assicurazione e, dal momento che non venne accusato di nulla, Holmes continuò semplicemente a truffare, e a uccidere. Finì in carcere in seguito ad una truffa andata male e fu proprio lì che conobbe la sua nuova complice, Marion Hedgepeth, con cui truffò ed uccise un conoscente dello stesso Holmes, Benjami Pitezel. I soldi non vennero mai divisi ed il dottore sparì nuovamente ma la Hedgepeth, per vendicarsi, informò la società di assicurazioni truffata e lì scatto un mandato di arresto per Henry Howard Holmes. Venne arrestato il 17 novembre 1894 e gli vennero inizialmente imputati solo quattro omicidi. Fu lui stesso che arrivò a confessarne altri ventisette ma la polizia, dopo aver controllato i resti del Castello, affermò di aver trovato gli scheletri di più di centocinquanta persone. Holmes ne confessò altri mentre scriveva la sua biografia. Nel 1895 iniziò e finì il processo contro di lui: venne dichiarato colpevole solamente di nove degli almeno ventisette omicidi e di un gran numero di frodi assicurative e la pena prevista fu la morte. Henry Howard Holmes fu impiccato il 7 maggio 1896, a trentacinque anni, e la sua morte fu lenta ed agonizzante in quanto il cappio non fu preparato a dovere. Il suo corpo è sepolto nell’Holy Cross Cemetery.
Passato alla storia con il nome di dottor Tortura, Henry Howard Holmes venne e viene tuttora considerato dai criminologi uno dei serial killer americani più letali, proliferi, folli e depravati di tutto l’Ottocento. La sua natura perversa non conosceva confine. Trasformava semplicemente le persone in vile denaro. Le sue vittime rappresentavano al contempo una fonte di guadagno e una perversione inaudita. Se non fosse stato arrestato e ucciso, molto probabilmente, il suo disegno macabro sarebbe continuato in infinite opportunità di un business terrificante.
Bibliografia e sitografia:
The strange case of Dr. H. H. Holmes, John Borowski, 2008
Confession of a serial killer, H. H. Holmes, Fred Clarke, Joshua E. McClenahan, 2013
www.hallofseries.com
www.melty.it