Il Clown
dispensa sorrisi dietro a un pianto truccato, o perlomeno dovrebbe…
La stanza è si di cattivo gusto, e pure offensiva, ma si tratta di arte. E alcuni tipi di arte sono di cattivo gusto. (Steve Kopelman)
La stanza in questione è “La stanza di Gacy”, macabra attrazione prodotta da Steve Kopelman per il “Rob Zombie’s great American Nightmare Haunted House”, parco divertimenti ideato dall’oggi solista e regista di film horror Rob Zombie. In questa stanza un attore, che interpreta John Wayne Gacy nei panni di Pogo il Clown, è seduto tra due bambole spettrali vestite come Boy Scout e regala palloncini a forma di animale ai bambini che entrano a curiosare.
Questa stanza è troppo divertente! (Rob Zombie)
Ma chi è John Wayne Gacy?
Secondogenito di John Stanley Gacy e Marion Elaine Robinson, John Wayne Gacy nacque nel 1942 a Chicago. Sin da piccolo subì continue molestie fisiche e psicologiche dal padre e, all’età di nove anni, fu molestato sessualmente da un amico di famiglia e, per paura, non rivelò mai l’accaduto a nessuno. A diciotto anni iniziò ad interessarsi di politica, divenne poco dopo membro del Partito Democratico e si candidò alle elezioni comunali. Si sposò con Marlynn Myers nel 1964, anno in cui Gacy ebbe anche la sua prima esperienza omosessuale. Nel 1966 accettò la proposta del suocero, ricco imprenditore proprietario di diversi ristoranti, di trasferirsi nello Stato dell’Iowa per dirigere tre dei suoi fast food. John e Marlynn ebbero due figli ma l’omosessualità dell’uomo iniziò a manifestarsi sempre più evidentemente tanto che, nel 1967, arrivò a stuprare il quindicenne Donald Voorhees, figlio di un suo amico, che però parlò subito al padre dell’accaduto. La polizia venne informata immediatamente e Gacy fu arrestato ma, nel corso delle indagini, non fece che negare il tutto arrivando addirittura ad insinuare di essere un perseguitato politico data la sua militanza nel Partito Democratico. Per evitare che il giovane Voorhees testimoniasse contro di lui, lo fece aggredire violentemente ma la polizia riuscì ad identificare l’esecutore, il diciottenne Russell Schroender, che, messo alle strette, indicò Gacy come mandante. Dopo essere stato sottoposto a visita psichiatrica ed essere stato dichiarato capace di intendere e volere, nonostante possedesse una “personalità asociale”, Gacy affrontò il processo e nel 1968 venne giudicato colpevole del reato di sodomia su un minore e condannato a dieci anni di carcere. La moglie chiese quindi il divorzio ed il suocero lo rimosse dal suo incarico nell’attività di famiglia. Dopo appena diciotto mesi venne liberato per buona condotta, con dodici mesi di libertà condizionata, così si trasferì a Chicago dalla madre. Fu rimesso completamente in libertà nel 1971 e nel 1972 si risposò e continuò a dar sfogo alle sue pulsioni “segrete”, ma stavolta nessuna accusa si rivelò mai fondata al punto tale da portarlo nuovamente in carcere. Dopo aver confessato alla moglie di essere bisessuale e dopo il conseguente divorzio Gacy divenne molto attivo nel settore sociale della comunità, offrendosi di intrattenere i bambini durante le feste vestito da clown: creò così il suo personale personaggio, “Pogo il Clown”.
Il 2 Gennaio 1972 John Wayne Gacy uccise il giovane Timothy Jack McCoy, pugnalandolo ripetutamente al petto, e lo seppellì in cantina coprendo le tracce con il calcestruzzo. La sua seconda vittima non fu mai identificata ma l’omicidio risale al Gennaio del 1974. L’uomo stuprò e uccise 33 persone, tra adolescenti e giovani maschi. Fu solo in seguito alla scomparsa della sua ultima vittima, il quindicenne Robert Piest, che la polizia risalì una volta per tutte a John Wayne Gacy poiché il giovane aveva detto ai suoi familiari che la sera in cui poi scomparve si sarebbe dovuto recare a casa sua per parlare del lavoro che l’uomo gli aveva offerto. Lo scenario che la polizia si trovò di fronte fu un qualcosa di raccapricciante: la cantina era piena di corpi in putrefazione. Gacy invocò l’infermità mentale ma il 13 Marzo 1980 venne riconosciuto colpevole di omicidio plurimo e condannato a morte davanti all’incredulità dell’intera comunità che lo aveva sempre visto come un cittadino modello. John Wayne Gacy venne giustiziato il 10 Maggio 1994 per mezzo di un’iniezione letale. Durante il periodo di detenzione, inoltre, Gacy iniziò a dipingere quadri raffiguranti clown tristi e malinconici, alcuni dei quali erano suoi autoritratti nelle vesti di “Pogo”. Diciannove dipinti furono venduti da Stewe Koschal, che glieli commissionò proprio di persona. Venticinque quadri furono acquistati col solo scopo di essere bruciati nel corso del falò in onore delle vittime, nel Giugno del 1994. Nel 2011 la “Arts Factory Gallery” di Las Vegas vendette l’autoritratto di Gacy, “Goodbye Pogo”, e altre settantatré sue opere e devolse il ricavato a diverse organizzazioni di beneficenza.
C’è una cosa che potrebbe risultare essere un po’ sconcertante: non è stato solo Rob Zombie a trarre ispirazione da questo diabolico e raccapricciante serial killer. Stephen King vi basò il personaggio del malvagio clown assassino Pennywise del suo celeberrimo romanzo “It”, del 1986. In “Inferno sulla terra 2006”, undicesimo episodio della decima stagione di South Park, compare sotto forma di cartone animato. Ne è stato realizzato un film, “Gacy”, diretto e girato nel 2003 da Clive Saunders. Nella serie televisiva “Prison Break”, Lincoln, il protagonista, occupa proprio la cella in cui fu incarcerato. Nella serie “American Horror Story – Hotel”, il suo personaggio, interpretato dall’attore John Carroll Lynch, fa visita nell’hotel in cui è ambientata la stagione.
Ci si potrebbe chiedere se tutto ciò possa essere considerato eticamente corretto o meno.
Prendervi la mia vita non compenserà la perdita di quelle altre. Potete baciarmi il culo! Non saprete mai dove si trovano gli altri. (John Wayne Gacy)
Fonti:
– “Killer Clown: the John Wayne Gacy murders”, Terry Sullivan, 2013;
– “The last victim”, Jason Moss, 1999;
– www.effettoarte.com;
– “It”, Stephen King, 1986;
– “South Park”, decima stagione, undicesimo episodio;
– “Gacy”, film diretto da Clive Saunders, 2003;
– “Prison Break”, Paul Scheuring, 2005;
– “American Horror Story – Hotel”, Ryan Murphy e Brad Falchuk, 2015;
– www.horrordapaura.forumfree.it.
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