Gianni Rodari, “La Freccia Azzurra”
Cari bambini e cari genitori,
oggi vorrei parlarvi di un autore davvero straordinario. Nasceva una volta, centodue anni fa, in un piccolo paesino sul lago d’Orta, Gianni Rodari.
In questo paese del Piemonte, Omegna, c’è un parco – dedicato a questo scrittore – che non potete proprio non visitare.
Lo conoscete di sicuro, probabilmente avete letto alcuni dei suoi libri, siete diventati amici di Tonino l’Invisibile, avete accompagnato Gelsomino nel paese dei bugiardi, avete desiderato un treno come la Freccia Azzurra e magari ascoltato qualche favola al telefono concordando con il ragionier Bianchi sul fatto che «la lacrima di un bambino capriccioso pesa meno del vento, quella di un bambino affamato pesa più di tutta la terra».
Se ancora non lo conoscete, non preoccupatevi, è sempre il momento giusto per cominciare a leggerlo!
Gianni Rodari forse aveva in mente proprio questo: farsi leggere, regalare storie e pensieri a più bambini possibili, momenti di una spensieratezza legata con un filo sottile alla realtà, perché qualunque mondo reale venisse migliorato dalla creatività sconfinata che non manca a nessun piccolo.
È nel regno della fantasia che adulti e bambini possono incontrarsi: i primi l’hanno visitato e forse rischiano di dimenticarlo un poco alla volta; i secondi invece lo abitano tutti i giorni e lasciano entrare chiunque voglia per vedere cosa succede.
Il nostro autore ha scritto molti libri: ce n’è uno davvero prezioso, un po’ un manifesto delle sue intenzioni, del suo modo di intendere la letteratura. Si intitola Grammatica della Fantasia e dimostra come fantasia e ragione possano collaborare, dando vita a storie e sogni che rendono il mondo un posto migliore; Rodari ha sempre sostenuto che l’uso dialettico dell’immaginazione fosse un passaggio fondamentale per comprendere e poi criticare il mondo.
Insomma, se un bambino immagina storie meravigliose in cui accadono stranezze o in cui i personaggi sono figure eccezionali, assurdi sì, ma che incarnano valori importanti, beh, quella storia può essere l’inizio per una nuova conoscenza della propria realtà; un punto di partenza per valutare quanto si discosti dal mondo fantastico e infine scoprire cosa si potrebbe e vorrebbe modificare per trasformare quella che abbiamo a disposizione in una “realtà fantastica”.
La pedagogia rodariana quindi viaggia sempre su due binari: creatività e razionalità; i viaggi dei treni che percorrono questa tratta possono portare davvero lontano.
Tra i tanti pregi di Gianni Rodari c’è sicuramente la capacità di fidarsi dei bambini, è sempre stato convinto infatti che «il segreto con i bambini e con i ragazzi non è di truccarsi da bambini, ma di essere e restare adulti». Significa che la relazione tra grandi e piccoli può arricchire entrambi: non dobbiamo pensare che solo gli adulti abbiano da insegnare ai più giovani, ma lasciare che questi ultimi si esprimano liberamente regalando il loro entusiasmo e la loro capacità di immaginare infiniti mondi possibili.
Aveva sicuramente bisogno dell’immaginazione Gianni, la sua vita è stata costellata di eventi anche drammatici. Come la seconda guerra mondiale: nel 1943 è stato richiamato alle armi dalla RSI, in questa guerra assurda ha perso due carissimi amici, il fratello è stato deportato in un campo di concentramento; allora si è unito ai partigiani, mettendocela tutta per riportare la storia del mondo alla sua versione migliore.
Dopo la guerra ha intrapreso la carriera di giornalista collaborando con «l’Unità», «Il Pioniere» e «Paese Sera», ma dagli anni ’50, resosi conto che il Partito Comunista, di cui faceva parte, non si concentrava sui bambini o sulla scuola, si è dedicato alle opere per l’infanzia, riscuotendo un successo immediato.
Da lì in avanti non ha perso occasione per raccontare il suo progetto, il suo punto di vista rivoluzionario destinato a incidere profondamente sulla scuola e la pedagogia del tempo.
Tra gli anni ’60 e ’70 si è impegnato in conferenze e incontri nelle scuole con insegnanti, alunni, genitori, bibliotecari, è arrivato anche a chi la scuola l’aveva abbandonata, grazie alla collaborazione con una famiglia di burattinai, i Sarzi, dando risalto al loro teatro di strada.
Un’attenzione totale per il mondo dell’infanzia, che ha caratterizzato tutta la sua vita: già da giovane Gianni era stato un educatore dell’Azione Cattolica ed è facile immaginare quanto fosse amato dai più piccoli.
Leggendo i suoi libri ci si perde davvero nei labirinti dell’immaginazione. Il Barone Lamberto c’era due volte, Cipollino è in un paese di ortaggi, la strada non va in nessun posto, gli errori meritano un libro, una torta occupa il cielo, la fantasia è accostata alla grammatica e suggerisce di chiedersi cosa succederebbe se e cosa accadde dopo.
Un’immaginazione che non impedisce, anzi aiuta a vedere le storture del mondo reale, suggerendo soluzioni e alternative per problemi grandi e piccoli. Quanto è meraviglioso e attuale il ragionier Bianchi che ogni sera alle nove chiama la sua bambina al telefono per raccontarle una favola, in barba alla distanza che li divide, trasformando un ostacolo in un’opportunità.
Il successo di Gianni Rodari è stato indiscusso: la Rai e la BBC lo hanno ospitato nei loro programmi; le sue opere sono state tradotte in quindici lingue e le sue collaborazioni intense e appassionate con Giorgio Munari ed Emanuele Luzzati ci hanno lasciato in eredità anche la parte visiva della loro immaginazione, una sorta di traccia anche per chi si sente lontano o troppo grande per le favole.
Quello che probabilmente dobbiamo recuperare è il Gianni Rodari scrittore anche per adulti, capace di toccare l’animo di grandi e piccini, magari leggendo insieme quello che ci ha regalato.
di Gianni Rodari leggiamo: La Freccia Azzurra
Con questa storia salirete insieme su quel tanto desiderato trenino elettrico e non vorrete più scendere.
Vedrete le cose in maniera diversa, voi grandi con il vostro carico di esperienze e i vostri disincanti, i vostri piccoli compagni di lettura con i loro occhi luminosi, colmi di stupore, desiderosi solo di godersi il viaggio.
L’incontro di questi due mondi, quello dell’infanzia e quello dell’età adulta, può essere magnifico; il primo guarda al secondo con fiducia e ammirazione, il secondo guarda al primo con amorevole malinconia.
«La fiaba è un modo di parlare del mondo, di parlare delle cose; è un modo di entrare nella realtà anziché dalla porta, dal tetto, dal camino, dalla finestra».
Così diceva Gianni Rodari e ogni sua opera è un invito a entrare nella vita, in modo immaginifico e meno convenzionale.
Il potere della Freccia Azzurra è quello di raccontare ai bambini solitudine, ingiustizia, povertà, conflitti con leggerezza profonda, ossimoro che molte volte può descrivere l’opera rodariana.
Grandi e piccini seguiranno con passione la storia di Francesco e quelle dei giocattoli della Bottega della Befana, antesignani di Toy Story, pronti a tutto pur di contribuire alla felicità del piccolo eroe sfortunato che, singhiozzando di fronte alla vetrina, li aveva colpiti così tanto.
Capitano Mezzabarba, Penna d’Argento, il cane Spicciola, il Pilota seduto, i pastelli, le marionette e altri ancora vi porteranno con loro alla ricerca del sorriso di un bambino che profuma di giustizia sociale.
Fuggiti dal negozio della Befana, che, visti i tempi di crisi, deve pensare agli affari e non può mettere al primo posto la felicità dei bambini, i giocattoli scopriranno un mondo dove regnano diseguaglianza e tristezza e cercheranno di fare la loro parte, fermandosi uno ad uno lungo il loro fantastico viaggio per regalare calore e sorrisi ai meno fortunati.
Ma sarà un viaggio senza condanne, né moralismo; perché i bambini non ne hanno bisogno e gli adulti hanno, in fondo in fondo, la voglia di abbandonare le etichette e le sovrastrutture con cui ogni giorno leggono le loro vite.
La Freccia Azzurra sarà una lettura coinvolgente e scorrevole, offrirà spunti di riflessione e vi regalerà compagni di gioco per una vita intera, perché, una volta conosciuti, non li dimenticherete più.
Immensa è la capacità di Rodari di insegnare senza giudicare, presentare fatti e personaggi nei loro contesti, nei momenti storici, da più punti di vista.
Nelle sue opere il bene è sempre chiaro ma vive di luce propria, non ha bisogno di brillare sul male, che è, semplicemente, parte della vita.
Il capostazione sarà felicissimo di fermare il treno per farvi salire e regalarvi sorrisi, lacrime, emozioni senza tempo.