Il profumo di Patrick Süskind
respirando Curiosità a pieni polmoni
[…] E all’interno di Parigi c’era poi un luogo dove il puzzo regnava più che mai infernale, tra Rue aux Fers e Rue de la Ferronerie, e cioè il Cimitière des Innocents. Per ottocento anni si erano portati qui i morti dell’ospedale Hôtel-Dieu e delle parrocchie circostanti; per ottocento anni, giorno dopo giorno, dozzine di cadaveri erano stati portati qui coi carri e rovesciati in lunghe fosse; per ottocento anni in cripte e ossari si erano accumulati, strato su strato, ossa e ossicini. […] E solo più tardi il cimitero fu definitivamente chiuso e abbandonato, e al suo posto sorse una piazza con un mercato alimentare. Qui dunque, nel luogo più puzzolente di tutto il regno, il 17 luglio 1738 nacque Jean-Baptiste Grenouille […].
Questo fu il primo incontro che ebbi con Jean-Baptiste Grenouille. Trovai questo stesso estratto nel libro di letteratura delle medie e lo ammetto, per un istante rimasi decisamente interdetta. Ero abituata a letture come “Il giardino segreto”, “Il mago di Oz”, “Cime tempestose”, “Alice nel paese delle meraviglie”, ed erano gli anni di “Harry Potter”! Non mi ero ancora imbattuta in descrizioni così crude. Fascino e curiosità presero il sopravvento così andai a comprare il libro senza leggere nemmeno la trama. Volevo leggerlo, punto.
Il romanzo, scritto da Patrick Süskind nel 1985, narra la vita di Jean-Baptiste Grenouille, nato nel quartiere più povero e maleodorante di Parigi, dotato di un olfatto sovraumano ma totalmente privo di un proprio odore e incapace di provare sentimenti. Nasce e viene abbandonato dalla madre sotto al banco del pescivendolo dove la donna lavorava, tra teste di pesce, scarti e rifiuti ma, a differenza degli altri quattro neonati, partoriti allo stesso modo ma nati o morti o mezzi morti, Grenouille cominciò ad urlare attirando l’attenzione delle persone presenti nel mercato. La madre venne condannata a morte e il piccolo fu trasferito in un orfanotrofio dove crebbe affascinato dalla moltitudine di odori che riusciva a percepire, più che dalla compagnia umana. Lavorava in una conceria, alla quale fu venduto che era ancora un bambino, quando captò il profumo di una ragazza che per la prima volta non lo nauseò, come accadeva normalmente con gli odori umani. Uccise la poverina per poterla annusare e decise di voler diventare un esperto nel campo degli odori così riuscì a farsi assumere come apprendista nella profumeria di un noto profumiere, che sfruttò le doti olfattive di Grenouille, insegnandogli in cambio le tecniche dell’arte della profumeria. Ottenuto il diploma di garzone si diresse verso Grasse ma interruppe il suo viaggio nei pressi della montagna Plomb du Cantal, dove si accorse non esserci nessun tipo di odore e fu lì che decise di vivere per ben sette anni, fino a che non si rese conto per la prima volta di non possedere un suo proprio odore. Decise così di creare un profumo che simulasse l’odore dell’essere umano e per far ciò uccise un gran numero di donne da cui trasse l’essenza. Si rese conto che utilizzandolo le persone non lo ignoravano più come facevano normalmente. Iniziò così a meditare la creazione di un profumo talmente tanto straordinario da indurre e costringere l’intera umanità ad amarlo e venerarlo. Trovò lavoro presso un laboratorio di profumiere a Grasse e lì apprese un metodo per estrarre l’odore dai corpi immergendoli direttamente nel grasso. Scoprì anche la presenza di una fanciulla che possedeva un profumo migliore della sua prima vittima uccisa a Parigi e decise che sarebbe stata proprio lei l’ingrediente fondamentale del profumo che intendeva creare. Uccise ben ventiquattro donne, seminando il terrore a Grasse, e quando riuscì ad ottenere anche l’ultimo ma primario elemento che gli permise così di completare il profumo perfetto, venne identificato e arrestato. Il giorno della sua esecuzione si presentò dinanzi alla folla che acclamava la sua morte con indosso una goccia del Suo Profumo. Si convinsero tutti della sua innocenza e si abbandonarono ad un’orgia sfrenata. Grenouille, che per gli uomini non provava altro che odio e repulsione, insoddisfatto dell’amore che era riuscito a scatenare in loro, tornò a Parigi, là dove aveva avuto il suo primo incontro con gli odori, e, davanti a un gruppo di persone, si versò addosso tutto il profumo.
Ebbero così fine la vita e la storia di Jean-Baptiste Grenouille, ucciso da quelle persone che, sotto l’effetto del profumo perfetto da lui creato, consumate dal desiderio, lo fecero a pezzi e lo divorarono.
La mia curiosità è stata tale che ho cercato subito informazioni sulla veridicità della sua storia e, dopo tanto cercare, ho scoperto che Patrick Süskind, ne “Il Profumo”, inventò semplicemente un personaggio. Ne è stato anche realizzato un bellissimo adattamento cinematografico, diretto da Tom Tykwer nel 2006. Da lì iniziai a chiedermi perché, trovandole in libri, film o serie televisive, le storie di serial killer e psicopatici suscitavano in me così tanto interesse, tanto da portarmi ad informarmi sui vari avvenimenti, più di quanto non lo avrebbero fatto se a parlarne fossero stati giornali e telegiornali. Decisi così di approfondire ulteriormente tutte quelle storie realmente avvenute che hanno ispirato autori e registi, dai più sconosciuti ai più famosi, e che hanno attratto una fetta di pubblico non indifferente. Decisi così di cercare di capire il motivo di tanto successo, anche se col tempo sono arrivata alla conclusione che no, non credo ne esista davvero uno.
Non ho letto il libro, ma ho trovato comunque molto originale l’idea alla base di questa specie di thriller / drammatico, anche se non è proprio di facile catalogazione, fuori dagli schemi . (Raffa, gennaio 2013)
La genialità della trama è da ascrivere all’autore del libro. (Francesco, giugno 2011)
Io ho letto il libro, uno dei miei preferiti di tutti i tempi, ed ho visto il film a distanza di anni per la paura di rimanere deluso. Invece è stato fantastico! (Salvo, maggio 2011)
Invece è stata una lettura interessante, direi, curiosa. C’è stato chi ha definito questo libro ‘geniale’, chi ‘disgustoso’. Io credo sia entrambe le cose. (Antonella, giugno 2016)
E se Süskind si fosse ispirato ad una storia realmente accaduta? Se si fosse trattato di una storia vera e questi fossero stati i commenti li avremmo potuti considerare moralmente ed eticamente corretti?
Bibliografia:
Patrick Süskind, Il profumo, 1985
Tom Tykwer, Profumo – Storia di un assassino, 2006
I commenti tratti dai siti www.qlibri.it e filmup.leonardo.it.
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