Ludovica Valentino
pubblicato 8 anni fa in Letteratura

La divagazione misogina del Boccaccio

breve riflessione a proposito delle donne e del matrimonio

La divagazione misogina del Boccaccio

Il cavallo, l’asino, il bue, il cane, anche i servi più vili, i vestiti perfino, le pentole, la panca di legno, un bicchiere, un orciolo di terracotta, prima si provano e poi si comprano: soltanto la moglie non viene mostrata, affinché non dispiaccia, prima che sia sposata.

Nel corso della stesura del Trattatello in laude di Dante, Boccaccio scatena una violenta invettiva contro le 51eIoMQec9L._SX306_BO1,204,203,200_donne e contro il matrimonio. Il certaldese trarrà liberamente spunto dall’opera di Girolamo: Adversus Iovinianum. 1
Boccaccio rimprovera Dante di aver preso moglie, di aver perso tempo e dedicato attenzioni ad una convenzione futile e priva di significato come il matrimonio, adatta certo a signorotti ignoranti e mercanti arricchiti, ma certamente non ai filosofi.

Lascino i filosofanti lo sposarsi a’ ricchi stolti, a’ signori e a’ lavoratori, e essi col la filosofia si dilettino, molto migliore sposa che alcuna altra. 2

Nessuno è in grado di dedicarsi contemporaneamente agli studi e al matrimonio. La moglie richiede impegno, costante attenzione alle futili cose e l’obbligo di stare ad ascoltare discorsi inutili e privi di contenuti rilevanti.

Boccaccio tiene a sottolineare quante siano le necessità delle donne sposate: vestimenti, ornamenti e le camere piene di superflue delicatezze. 3 Oggetti inutili che le donne tentano di far passare come indispensabili e che certo ai filosofi non interessano.

La scelta della consorte comporta poi secondo Boccaccio una serie di complicate problematiche.

Innanzitutto, facendo riferimento all’istituto dei matrimoni combinati, la moglie non si sceglie e si è costretti a tenere ciò che capita. Durante la compravendita di un qualsiasi bene (cavallo, asino, servi, pentole, panche, etc…) l’acquirente ha il diritto di osservare, provare e decidere in base alle condizioni presentate dal suddetto bene: questo con la moglie non succede.

In secondo luogo il certaldese racconta come una donna bella è subito amata, una brutta facilmente disprezzata. Unaboccaccio brutta moglie, da nessuno desiderata, è un bene che nessuno vorrebbe possedere. Una moglie avvenente, al contrario, è bramata da tutti e ciò che si attacca da ogni parte alla fine viene espugnato. 4

Perché si decide di prender moglie? Per combattere la solitudine. Ma l’uomo saggio può stare da solo, non deve temere la solitudine poiché, attraverso lo studio assiduo, avrà la possibilità di entrare in contatto con i grandi uomini del passato. Il filosofo discute con gli illustri autori dei libri ed in mancanza di uomini, aggiunge Girolamo, parla con Dio.

È chiaro come sia necessario effettuare un grande sforzo di immedesimazione e di contestualizzazione per le parole di Girolamo e del Boccaccio, la sua invettiva infatti non va in realtà interpretata come un’eccentrica e feroce divagazione misogina.

Boccaccio ammira Dante, considera il suo concittadino come un maestro illustre e irraggiungibile, un uomo meritevole di fama eterna. In questa ottica è facile immaginare come Boccaccio abbia potuto considerare la vita matrimoniale, così come quella civile, come una distrazione, una possibile minaccia alle opere immortali dell’Alighieri.

 

1 Lo stesso Girolamo si basa su un passo di Teofrasto tradotto in latino.
2 3 Boccaccio, Trattatello in laude di Dante (I redazione).
4 Girolamo, Adversus Iovinianum