Susanna Ralaima
pubblicato 3 mesi fa in Recensioni

“Frieren – Oltre la fine del viaggio”

“Frieren – Oltre la fine del viaggio”

Frieren Oltre la fine del viaggio è un manga del 2020 scritto da Kanehito Yamada e disegnato da Tsukasa Abe, pubblicato in Italia a partire da ottobre 2021 da J-Pop nella traduzione di Matteo Cremaschi.

Mi hanno regalato i primi due volumi in occasione del mio compleanno e nel giro di un pomeriggio li avevo già finiti e stavo cercando di avere il prima possibile tra le mani gli altri. Su Netflix è anche disponibile l’anime, diretto da Keiichirō Saitō, a cui però non ho ancora dato un’occhiata.

L’eponima protagonista, Frieren, è una maga elfa che ha eroicamente salvato il mondo dal Re Demone assieme a una variegata compagnia composta dall’eroe umano Himmel, dal guerriero nano Eisen e dal prete Heiter. Il gruppo è ormai celebrato con feste e statue in ogni piazza, i grandi eroi sono scolpiti nella pietra, nel bronzo e soprattutto nella storia e nella memoria collettiva degli abitanti.

Il manga sovverte lo schema tipico della narrazione e non segue queste imprese coraggiose, perché si sviluppa a partire da dopo la sconfitta dell’antagonista principale: la compagnia si è divisa e sono trascorsi diversi anni da quando si è distinta nelle battaglie contro i nemici. Dopo essersi rivisti per condividere insieme il raro evento della pioggia di meteoriti cinquant’anni dopo l’impresa, il tempo continua a scorrere inesorabile. Gli umani Himmel e Heiter sono ormai morti di vecchiaia, Eisen è molto anziano e ritirato dalla vita e solo Frieren rimane, con il suo bagaglio di ricordi, esperienze e con una longevità che sembra essere una condanna. L’elfa non ha mai conosciuto la profondità dei sentimenti umani, non ha saputo neanche rendersi conto dell’importanza di alcuni momenti all’apparenza insignificanti perché posti su una linea del tempo, il suo, sterminato se messo a confronto con quello dei suoi compagni di viaggio. I dieci anni che li hanno visti vicini e complici per lei infatti sono stati solo un brevissimo ed esiguo periodo della vita.

Ma ora, nel partire alla volta di una nuova avventura insieme a Fern, orfana adottata da Heiter, e Stark, allievo di Eisen, è spinta a compiere un lungo cammino anche nei meandri della sua sfera emotiva, ripercorrendo sensazioni che non aveva sondato pienamente, che le erano sconosciute e a cui per secoli non aveva prestato attenzione. Frieren è quindi costretta a confrontarsi con una serie di rimorsi che ancora non riesce del tutto a comprendere, perché la qualità di quel periodo passato con i suoi compagni e dei legami che si sono costruiti trascende ogni tipo di calcolo temporale.

Il suo personaggio è senz’altro il più complesso e affascinante: in quanto elfa ha un modo di vivere il tempo che la rende distante dagli umani, e ciò l’ha resa profondamente sola. La sua crescita interiore, lenta e graduale, è il vero cuore pulsante della storia: attraverso piccole magie banali e antieroiche – da quella che trasforma le mele verdi in rosse a quella che rende i chicchi d’uva aspri –, gesti gentili nei confronti degli abitanti dei villaggi, ricordi dal passato lontano e incontri sempre nuovi, Frieren evolve e si arricchisce pagina dopo pagina, scoprendo l’empatia umana che non aveva mai avuto.

«Frieren, gli incontri che facciamo sono preziosissimi. E gli addii che diamo in questa vita non sono tutti lutti», le dirà Wirbel, un mago audace e combattivo, dopo aver condiviso alcune prove.

Ogni confronto con l’essere umano, tra passioni e limiti, dà senso alla vita e Frieren capisce che i piccoli atti di altruismo possono cambiare il mondo, se sono in grado di rendere felice anche solo una persona, perché tutta l’esistenza è fatta di singole rimarchevoli tappe. Ogni gesto assume un peso simbolico, quasi spirituale, se fa sì che l’altro si ricordi di noi. A sottolineare questo ruolo attivo che ogni persona gioca nelle vite del prossimo ecco comparire una serie di personaggi variegati, nobili, guerrieri, anziani, bambini, maghi, che con le loro testimonianze e i loro vissuti fanno affiorare accanto alla trama principale temi come il radicamento alla propria terra, l’amore per la propria metà, la fratellanza, il rispetto reciproco, il ricordo intatto e sempre vivo delle persone che non ci sono più.

Accanto all’elfa lungo il viaggio, Fern e Stark si stagliano invece non tanto come comparse, ma come personaggi indipendenti dotati di loro caratteristiche peculiari, anche se Fern inizialmente sembra quella più in ombra del trio. Solo andando avanti emerge invece una figura dotata di spessore, matura per la sua giovane età, uno specchio umano attraverso cui Frieren impara a sentire e a vedere sé stessa sotto un’altra luce. A lei è particolarmente legato da un affetto dolce e goffo Stark, il personaggio più normale del gruppo. Non possiede le doti magiche di Frieren e Fern, è pauroso, ha continue insicurezze e dubbi, ma sa affrontarli con tenacia, dimostrando come la forza di volontà e la bontà d’animo possano essere qualità vincenti tanto quanto la potenza sterminata.

Il merito di Frieren Oltre la fine del viaggio, sta comunque tutto qui: nell’imperniare la narrazione di un manga fantasy sulla persistenza della memoria e sui più sfaccettati sentimenti umani, sull’eredità che le persone lasciano dentro coloro che hanno amato. Paura, amore, amicizia, empatia, solidarietà, lutto, rimpianto si mescolano nei dialoghi dei personaggi, nei flashback sulla vecchia compagnia degli eroi e nelle vicende di questi nuovi avventurieri quasi improvvisati, che talvolta perdono mesi a mangiare, giocare, gironzolare per le città, cercare l’ennesimo e quasi inutile grimorio contenente la più banale delle magie.

Poco importa al lettore la singola missione che devono fronteggiare Frieren, Fern e Stark, poco importa d’altronde anche agli autori che risolvono quasi sempre tutto in poche pagine – con l’eccezione di alcuni scontri più combattuti che, rappresentati con dovizia di particolari, si dipanano anche per più capitoli e coinvolgono tecniche magiche interessanti e curiose abilità: ciò che conta davvero rimane sempre l’interiorità di ogni personaggio, la riflessione personale, il legame profondo e saldo che si instaura tra le persone, il tutto descritto in un modo a tratti poetico, posato e contemplativo.

Sfogliare questo manga comporta una lettura dai ritmi lenti, che non ha bisogno di grandi colpi di scena per coinvolgere il lettore, accompagnata da uno stile dei disegni sempre delicato che rispecchia pienamente questo andamento meditativo, con scene spesso silenziose, con panoramiche ampie e atmosfere sospese: Frieren Oltre la fine del viaggio richiede attenzione e pazienza e può sembrare saltuariamente noioso, ma sa regalare momenti di rara intensità emotiva e profonda immedesimazione.

«Lo scopo della vita dovrebbe essere far sì che qualcuno ti conosca e si ricordi di te».

«E cosa bisogna fare per essere ricordati?»

«Non tanto. Basta cambiare la vita di qualcuno.  Tutto qui. Ne sono sicuro».