Fve editori: intervista a Valentina Ferri
All’inizio volevamo farvi alcune domande a partire dai vostri comunicati stampa, poi abbiamo pensato di curiosare un po’ su alcune peculiarità della casa editrice, piuttosto che limitarci a segnalare che il 3 dicembre avete esordito con la pubblicazione di tre titoli: Tattilismo e lo splendore geometrico e meccanico di Filippo Tommaso Marinetti; Le solitarie di Ada Negri e I tips di Cordelia, come sopravvivere al matrimonio di Virginia Tedeschi Treves.
Ecco dunque cinque piccole incursioni.
Prima di tutto, siccome un motto della casa editrice è Wear your book – indossa il tuo libro, un affondo sulla veste grafica. Peraltro abbiamo notato che le copertine dei libri della collana Visionaria sono state realizzate da giovani illustratori. Come è stato tradurre figurativamente i testi che volevi pubblicare? Cosa è nato da questo incontro?
Vedere realizzate graficamente le copertine è stato come assistere alla rappresentazione di un sogno. Intendo veramente un sogno! Mi è capitato spesso di rammaricarmi di non saper dipingere, al risveglio e dopo un sogno vivido che avrei voluto tradurre in una immagine. Proporre a Francesca Bianchessi, che crea le copertine della collana Visionaria e di quella Radianze, di illustrare testi inediti e di interpretare con me (ma spesso da sola) i messaggi celati tra le pieghe di una storia, è ogni volta una vera emozione. Francesca è un vero talento! E lo stesso accade con Lucrezia Frola, che cura anche la grafica dei social e che illustra la collana Corsetti al Rogo: diverso lo stile, ma sempre vivo, vivido, dinamico. L’incontro con loro, e con Federico-Frankie Bortot (lui si occupa delle copertine di Tra Miti) è nato per caso, grazie al fiuto di un collaboratore e l’amicizia di una compagna di liceo di una nostra stagista. Il feeling è scattato subito. Eravamo destinati a incontrarci.
A proposito delle collane: oltre a Visionaria, avrete Corsetti al rogo, Tra miti e Radianze. Ci sembra che finora nessuno ti abbia chiesto niente di preciso su come sono nate e sulla traiettoria di ciascuna collana.
Sono nate dal mio desiderio di dare corpo a “cose belle”, un po’ folli, anche surreali. Credo che la bellezza – di cui oggi abbiamo bisogno – stia anche nello stupirci. Mi sono imbattuta in testi che mi hanno stupita per la loro modernità e per la gittata dello sguardo: lungo, distante, oltre. Ogni libro che ho scelto di pubblicare nelle loro rispettive collane ha in comune la forza di suscitare un fremito.
Ora invece una domanda sull’oggetto libro, per alcuni un vero feticcio: che carta usate? Il formato è lo stesso per ogni collana? Secondo te come cambia l’esperienza di lettura rispetto al digitale?
La carta varia in spessore a seconda del genere: generalmente color crema a eccezione dei libri con illustrazioni, che richiedono una carta più chiara. Le sole copertine lucide sono quelle di Tra Miti; per le altre preferisco una carta opaca che valorizza maggiormente le immagini, visto che le illustrazioni proseguono anche sul retro. Per la collana Corsetti al Rogo ho optato per un formato piccolo, quasi tascabile, con illustrazione in copertina a rilievo lucido in alcuni dettagli. Il libro va toccato, secondo me, va annusato, tenuto tra le mani come un talismano. La lettura digitale non può restituire il godimento di un volume cartaceo, la consistenza, il viaggio tra le pagine.
Fve editori è una realtà di giovani, si capisce anche soltanto dalla cura della comunicazione via social: dal feed di instagram si ha la sensazione dell’inizio di un percorso anche visivo attraverso i vostri libri. Come dialogano a tuo avviso parole e immagini? In che modo racconterete, per esempio, un autore canonico come Marinetti tramite le storie e i post?
Parole e immagini dialogano sempre, ogni parola crea sinestesie di colori, di suoni. In ogni caso i libri ci invitano sempre a percorrere un tragitto che rivela scorci, suggestioni, immagini. Marinetti – al di là dei “giudizi ideologici” – era un visionario: invitava a uccidere il chiaro di luna, scriveva di soli che escono dalla loro orbita e dimenticano la terra, di sensi visivi che “nascono sulla punta delle dita”. Lo raccontiamo attraverso immagini di cieli, di lampi luminosi, di mani che sfiorano l’acqua, di materiali che si addensano in diversi colori. E poi usiamo la voce: mini audio-video, suoni. Dopo tutto l’amico futurista di Marinetti, Luigi Russolo, aveva creato L’Intonarumori!
Per concludere, una domanda volutamente banale, per cui serve una risposta priva di retorica: a chi consigliereste i vostri libri? Anzi, rovesciamo la domanda: a chi non consigliereste i vostri libri?
A chi non ama Borges, ad esempio, o i surrealisti, a chi non si senta un po’ folle e visionario, a chi non vuole “un libro tutto per sé”, a chi non crede che in una parola si possa incontrare “la prima visione che diede fuoco alle stelle”. Vorremmo che i nostri libri crepitassero come scintille.