“Basilio” di Alessandro Mauro
crescere: che fatica!
Racconti di gioventù, di maturità, di crescita, di scoperta del mondo e di ciò che contiene: questo e molto altro è il nuovo ed entusiasmante libro di Alessandro Mauro, Basilio (Augh! Edizioni, 2019). Dieci racconti, dieci storie, dieci viaggi: Basilio, il protagonista, affronta la vita con la spensieratezza e la scaltrezza propria di ogni giovane che si affaccia sul mondo, gustando i frutti di quella fantastica scoperta che è la vita. Ogni racconto è una finestra sulla vita del simpatico protagonista e sulle sue esperienze, che poi in fondo sono le esperienze di tutti noi. Si, proprio così: siamo tutti un po’ Basilio.
Chi di noi non si è mai innamorato? Oppure chi non ha mai litigato con i propri genitori, contestando le loro “assurde” regole che tarpano le ali all’illimitata voglia di libertà giovanile? O ancora: chi non ha mai sperimentato il “delirio di onnipotenza” che contagia ogni adolescente? Non è un caso se la giovinezza, l’infanzia e l’adolescenza siano connotate tutte dagli stessi sintomi: desiderio di fare ciò che si vuole, desiderio di libertà, indipendenza, autonomia, mania di protagonismo, di attivismo, di sentirsi in primo piano, di avventura, di rischio, di sfrontatezza. Chi ne ha più ne metta, come si suol dire.
Basilio incarna tutti questi aspetti, proprio come i suoi coetanei: è un ragazzo alle prese con i “misteri” del mondo, con le complesse logiche che si nascondono dietro quelle che all’apparenza sembrerebbero essere cose “normali”. Vuole essere al pari con i tempi, ma sente dentro di sé il divario rispetto all’altro-da-sé: non riesce a introiettare bene le cose che gli altri riescono invece a imparare in fretta e alla perfezione. Non è un “uomo di mondo”, per farla breve. Piuttosto è un bambino timido, introverso, chiuso, riflessivo, che apre gli occhi su un mondo a volte “troppo distante” dai suoi schemi, nonostante faccia di tutto per essere come gli altri.
Grazie a uno stile fluido, scorrevole, dinamico e frizzante, Mauro riesce a farci rivivere con gioia, spensieratezza e ironia eventi importanti della nostra giovinezza, esperienze umane, a volte “troppo” umane. D’altronde non è facile racchiudere in parole un evento o una fase della vita così importante come l’adolescenza: l’età in cui tutto può accadere e in cui ogni cosa apre dinanzi a sé infinite strade percorribili che, a volte, possono rivelarsi fondamentali per il futuro che si vuole prospettare per la propria esistenza; l’età delle scelte, dei ripensamenti, dei tentennamenti, dei litigi, delle incomprensioni. Se dovessimo racchiudere tutto ciò in un solo pensiero potremmo dire che la giovinezza è l’età più importante che l’uomo vive e con-vive grazie alla quale si è quel che si è: è il passato della giovinezza che determina il futuro della vita adulta.
«Noi siamo ciò che facciamo», potemmo azzardarci a dire, con tutti gli strascichi positivi e negativi che ciò porta con sé; tant’è che alcune cose vorremmo lasciarle nel dimenticatoio dei nostri ricordi, altre vorremmo invece che fossero per sempre indelebili nella nostra mente; anzi, ci capita che molte cose vorremmo ripercorrerle, riviverle! Le storie che Alessandro Mauro ci presenta sono infatti filtrate attraverso gli occhi di Basilio che, con la sua semplicità, schiettezza, ironia, testardaggine, disegna un mondo tutto suo, magico, misterioso, complesso, che si apre alla sua ingenuità infuturante. Gli occhi del protagonista sono i nostri occhi; sono gli occhi di ogni bambino o adolescente che vive sulla sua pelle le esperienze tipiche del periodo giovanile; sono gli occhi ingenui di fronte alle difficoltà del mondo adulto; sono gli occhi pieni di gioia, di coraggio e di forza che caratterizzano la vita nella sua piena primavera. Insomma sono occhi tutti pronti ad affrontare l’esistenza con una forza sovrumana, con un coraggio oltre-limite, con una freschezza tutta nuova che sa cogliere il lato più bello di quel mistero che è la vita. Ingrediente – base, linfa vitale è l’amore: è questo straordinario e misterioso sentimento che permette a Basilio di vivere appieno le esperienze che incontra sul tortuoso percorso della vita.
Ogni esperienza fatta, ogni volto incontrato, ogni errore compiuto, ogni cosa è avvolta e compresa intimamente e profondamente grazie a quell’amore che ci appartiene per natura, che ci distingue da ogni altra creatura vivente e per il quale (o a causa di cui) facciamo la stragrande maggioranza delle cose che impreziosiscono, o complicano se volete, la nostra vita. L’amore è una forza che muove il mondo, e non solo: tutte le nostre azioni prendono forza e senso se mosse dall’amore; non però un amore egoistico, solipsistico, autoreferenziale, ma relazionale, comunitario, interpersonale, dono da condividere con gli altri: tutto ciò perché l’essenza dell’amore è nell’essere donato, con-vissuto, “spezzato” (come il pane) per chiunque è intorno a noi. L’amore per noi stessi è pura vanità, puro egoismo; l’amore speso per gli altri è vita, è gioia, bellezza. E Basilio sembra averlo capito prima del tempo… non che avesse sondato filosoficamente la ratio stessa dell’amore (pretenderemmo troppo per un adolescente), ma sicuramente ha compreso più degli altri cosa ha valore o senso nella vita, cosa ci tiene uniti pur nella diversità: l’amore, appunto. Ha compreso che ad amare non si sbaglia mai. E questo sicuramente lo aiuterà a crescere, a maturare, ad affrontare le sfide del futuro, di certo da lui vissute con più enfasi e scaltrezza. È questa la gioventù “assoluta”, pienamente vissuta e compresa, amata e odiata allo stesso tempo, quello stadio raggiunto nella sua totalità. Ormai a Basilio non bisogna insegnare più nulla (forse il tempo lo farà) perché ha con sé gli strumenti adatti per affrontare con gioia, spensieratezza, serenità e maturità ciò che la vita ha in serbo per lui.