“Membrana” di Chi Ta-wei
di tagli, sorveglianza e ragazze cyborg
Così, sotto quel cielo ultravioletto, sotto la superficie terrestre, sotto le acque, sotto la resistente membrana impermeabile e antisismica, le persone vivevano come in una serra.
Le persone però non sono fiori.
Si erano tenute lontane dalle guerre per correre a invischiarsi anima e corpo in un’altra vita reale.
O che ritenevano tale.
A partire dallo scorso ottobre, è finalmente possibile leggere in italiano Membrana, del taiwanese Chi Ta-wei. Il romanzo, pubblicato nel 1995, è stato tradotto da Alessandra Pezza per Add Editore, da qualche tempo uno dei punti di riferimento in Italia per la narrativa asiatica contemporanea.
Membrana è un libro di culto per la letteratura sci-fi di lingua cinese – o meglio, come preferiscono dire gli addetti ai lavori, sinofona. È infatti uno dei testi che hanno codificato l’estetica cyberpunk di questo filone narrativo, arricchendola con l’inserimento di tematiche queer, riflessioni sull’ecologismo e una certa attenzione per la dimensione psicologica dei personaggi.
Andiamo con ordine e diciamo due parole a proposito dell’autore: Chi Ta-wei, nato nel 1972, è scrittore e professore universitario di Letteratura sinofona all’Università National Chengchi di Taipei. È anche traduttore (sono sue alcune trasposizioni in cinese delle opere di Italo Calvino) e ricercatore negli ambiti dei Queer Studies e della disabilità.
In Membrana immagina un futuro distopico in cui l’umanità si è insediata nei fondali marini, per cercare riparo dagli effetti delle guerre e dei cambiamenti climatici. La giovane Momo è un’estetista di successo, specializzata in cure di bellezza per la pelle, che conduce una vita segnata da una certa solitudine. Scavando a ritroso nelle sue memorie, Chi Ta-wei racconta che Momo aveva tagliato i rapporti con la madre, dopo la rimozione del pene, una lunga convalescenza in seguito a un complicato intervento e la separazione dall’amata amica Andy. Sarà proprio l’inaspettato ritorno della madre per i trent’anni di Momo a svelare le vicende più incisive del suo passato, attorno alle quali è possibile osservare la realtà deformata della città di T.
Nella narrazione ritroviamo la presenza di numerosi elementi topici della narrativa speculativa, come quello fondamentale degli androidi, qui destinati a compiere una serie di servizi, tra cui fondersi con gli esseri umani per aumentarne la qualità. Uso questo termine non a caso; in cinese, è frequente sentir parlare della differenza tra popolazione di alta/bassa qualità, o di qualità dei cittadini (guomin suzhi), espressione entrata in auge con lo sviluppo capitalista e l’economia di mercato che hanno inevitabilmente acuito la competizione tra individui. In Membrana, sono inoltre evidenti i riflessi della Taiwan modernizzata e industrializzata degli anni Novanta, in cui iniziava a emergere l’importanza del monopolio dei mezzi di informazione multimediali e la complessità del rapporto con tecnologie sempre più invasive nella vita privata delle persone. La critica al capitalismo e alla subordinazione dei media (e di conseguenza della popolazione) alla sua logica non sono affatto velate:
Già il nome incuteva soggezione: in cinese ISM suonava un po’ come yi shen, Dio, e in molte altre lingue si trovava in parole pregne della spaventosa ambizione umana di dominare il mondo, come ad esempio imperialISMo, colonialISMo, capitalISMo, fascISMo, nazionalISMo, sessISMo, eterosessISMo, razzISMo, fondamentalISMo, postmodernISMo eccetera.
La ISM, colosso nella manutenzione degli androidi, si rivelerà un elemento determinante nella vita di Momo (a sua insaputa), fino a controllarla completamente. Senza entrare troppo nei dettagli– approfitto per dire che il libro è abbastanza breve e molto incalzante, dunque dubito che ci impiegherete molto a leggerlo –, in questo sistema di dominio del corpo da parte della tecnologia, la stessa Momo non è del tutto innocente.
Nonostante sia stato scritto nel 1995, non possiamo fare a meno di osservare come le conseguenze di quanto delineato dalla speculazione di Chi Ta-wei in quegli anni siano terribilmente vere per le nostre esistenze; continuiamo a cedere una quantità impressionante di dati riguardanti noi e le nostre vite a grandi aziende con ambizioni monopolistiche, e continuiamo a nutrirci morbosamente dei dati altrui che riusciamo a captare attraverso i social network. Siamo simultaneamente sorvegliati e sorveglianti.
Membrana è anche noto per essere uno dei testi fondamentali della fantascienza queer in cinese, soprattutto per le tematiche trans. Anche se Momo è sempre indicata con pronomi femminili, il suo genere è qualcosa di sostanzialmente fluido, intrecciato alla tecnologia, agli interventi del mondo esterno su di lei e al rapporto con la sua amata amica d’infanzia Andy. Alzi la mano chi non ha per un secondo pensato a Donna Haraway. Inoltre, in tutta la narrazione si snoda un sottile erotismo, una sensualità dai contorni cyborg, che emerge quasi per contrasto con la tremenda solitudine della protagonista.
I ventisette anni che separano l’edizione originale dalla sua traduzione italiana non hanno scalfito la validità delle tematiche e delle critiche proposte; anzi, forse rendono questo libro ancora più attuale e impellente. Faccio qualche esempio: il rapporto tra umani e tecnologia si è ulteriormente approfondito, fino a diventare inscindibile. I dispositivi elettronici di controllo puntuale della popolazione (pensiamo semplicemente agli smartphone da cui state probabilmente leggendo queste righe) non sono più una previsione visionaria, ma prolungamenti del nostro corpo, di cui siamo simultaneamente agenti attivi e fruitori arrendevoli. Negli ultimi mesi si è poi tornato a parlare della posizione particolare di Taiwan, strategica ed esposta allo stesso tempo. È significativo anche il tema dell’ecologismo; nel mondo descritto da Chi, gli esseri umani hanno dovuto abbandonare le terre emerse e trasferirsi a vivere sott’acqua a causa della devastazione provocata dallo sfruttamento incontrollato delle risorse naturali.
Lettura imperdibile per la platea appassionata di fiction speculativa, Membrana riesce a catturare anche chi (come me, peraltro) non impazzisce per questo genere. Sarà l’aura queer, sarà l’indagine su dinamiche familiari dolorose, sarà la sensibilità visionaria. Sarà che tra guerre, isolamenti più o meno forzati e precariato, ci sentiamo tutti un po’ sotto una membrana di solitudine invisibile. Sarà anche che vedere citati Pasolini e Calvino in un libro di fantascienza taiwanese degli anni Novanta non succede tutti i giorni.
Arrivava a desiderare di entrare dentro Andy e che Andy entrasse in lei. Non avendo ancora chiaro cosa fosse il sesso, lo associava al mangiare: avrebbe voluto mangiare Andy per averla nella pancia e le sarebbe piaciuto che Andy facesse lo stesso con lei. Per la piccola Momo mangiarsi a vicenda, anche un boccone soltanto, significava fondersi per sempre l’una nell’altra. A differenza della madre, Andy non l’avrebbe mai abbandonata.