Operazione Anthropoid
Uccidete Heydrich!
Il 30 settembre del 1938, Neville Chamberlain, Primo Ministro Inglese, ed Edouard Daladier, capo di Stato francese, si unirono a Mussolini per concedere ad Adolf Hitler buona parte della Cecoslovacchia, al fine di evitare lo scoppio di una nuova guerra. L’accordo, firmato a Monaco di Baviera, vide gli alleati utilizzare uno stato indipendente come merce di scambio con il Führer, senza nemmeno pensare di coinvolgere i rappresentanti cechi. In proposito, Winston Churchill, futuro Primo Ministro inglese, disse:
Dovevate scegliere tra la guerra ed il disonore. Avete scelto il disonore e avrete la guerra!
La previsione di Churchill si rivelò estremamente precisa: meno di un anno dopo, con l’invasione della Polonia, la Germania nazista dava il via a quell’effetto domino che, di lì a poco, fece entrare tutto il mondo in guerra per la seconda volta.
In Cecoslovacchia, la resistenza iniziò subito a palesarsi con atti di opposizione ideologica e paramilitare ed Hitler, occupato a progettare l’invasione dell’Unione Sovietica,decise di risolvere il problema affidando l’incarico di Governatore del protettorato di Boemia e Moravia a Reinhard Heydrich. Ma chi era Heydrich? Un fedelissimo del Führer, tra i principali artefici della “Soluzione finale”che, con il suo operato, impose un regime di terrore e paura che gli valse i soprannomi di “Boia”, “Uomo dal cuore di ferro” e “Macellaio di Praga”.
Il Governo Ceco in esilio a Londra, con il duplice obiettivo di vendicare le vittime e partecipare attivamente alla lotta al nazismo, decise di avallare un’operazione segreta, con un chiaro obiettivo: uccidere Heydrich!
L’operazione fu battezzata Anthropoid (dal greco “dall’aspetto umano”), proprio per sottolineare i metodi disumani utilizzati dall’ufficiale nazista, e vide coinvolti paracadutisti cechi rifugiati in Inghilterra che vennero addestrati dalla R.A.F. (la Royal Air Force britannica) L’operazione avrebbe impegnato due gruppi: il gruppo Anthropoid, composto dai caporalmaggiori Jan Kubiš e Jozef Gabčik, con il compito di assassinare Heydrich, e il gruppo Silver A, con il compito di supportare Anthropoid con lo spionaggio e la collaborazione dei partigiani cechi. L’operazione venne lanciata nella notte tra il 28 e il 29 dicembre del 1941, quando i paracadutisti furono lanciati nei boschi vicino il villaggio di Nehvizdy, poco ad est di Praga e, poco dopo, si misero in contatto con la Resistenza locale. Quando i comandanti partigiani di Praga vennero a sapere quale fosse l’obiettivo dell’operazione rabbrividirono e si opposero fermamente: toccare Heydrich significava toccare Hitler. Un affronto diretto al Führer poteva significare rappresaglie dalle conseguenze estremamente drammatiche per la popolazione. Tuttavia il Governo Ceco a Londra aveva deciso: Anthropoid doveva entrare in azione! Gli uomini del gruppo Silver A indagarono e, in breve tempo, scoprirono il percorso che il Reichprotecktor compiva periodicamente per spostarsi dai suoi alloggi agli uffici che amministrava. Ci vollero cinque mesi di duro lavoro per riuscire a capire in quale momento fosse più giusto agire e, alla fine, i paracadutisti capirono che esisteva un’unica possibilità: un punto, in zona Libeň, in cui l’automobile trovandosi in un incrocio ad angolo retto, con vicino le rotaie del tram, era costretta a rallentare. Il piano era semplice: quando l’auto avesse raggiunto il punto prestabilito, Jozef Gabčik avrebbe utilizzato un mitra per eliminare Heydrich e il suo autista e, subito dopo, si sarebbe dileguato, sfruttando il panico generale.
Il 27 maggio 1942 era il giorno dell’attacco: un partigiano segnalò con uno specchietto in linguaggio Morse, che il bersaglio stava per arrivare. La macchina di Heydrich raggiunse il punto prestabilito, Gabčik estrasse la mitragliatrice, prese la mira, spinse il grilletto e … inceppata! La mitragliatrice non fece fuoco! Il generale delle SS allora estrasse la sua pistola e la puntò alla testa del giovane paracadutista ma, proprio quando stava per premere il grilletto, la sua macchina fu sbalzata indietro di qualche metro. Jan Kubiš, dopo aver visto cosa era accaduto al suo commilitone, aveva lanciato una granata sotto la macchina per salvarlo. Heydrich e il suo autista furono sbalzati fuori ma, contusi, si alzarono immediatamente ed aprirono il fuoco! Mentre, nella confusione, un ignaro passante veniva giustiziato da Heydrich, Kubiš riuscì a fuggire rubando una bicicletta mentre Gabčik, dopo aver ferito alle gambe l’autista tedesco, riuscì a salire al volo sul tram in corsa, fingendosi un normale passeggero. L’attentato era fallito, o almeno così credevano i due paracadutisti: Heydrich infatti aveva riportato una grave ferita alla schiena e, nonostante un rapido trasporto in ospedale, morì di setticemia, tra atroci sofferenze, una settimana dopo, il 4 giugno.
La temuta rappresaglia non tardò ad arrivare: Hitler inviò il Generale delle SS Kurt Daluege con ordine di stanare i colpevoli, a qualunque costo. Fu promessa una ricompensa di 10 milioni di Corone a chiunque avesse aiutato la polizia del Reich, fu minacciato di uccidere e deportare le famiglie di tutti coloro che avessero protetto i partigiani e i soldati tedeschi iniziarono a prelevare dalle carceri rappresentanti della Resistenza fucilandoli senza processo. Nel villaggio di Ležáky, i nazisti fucilarono tutti gli abitanti sopra i 15 anni di età ma il climax della ferocia si vide a Lidice, un piccolo villaggio vicino Praga, dove i tedeschi, appena giunti, fucilarono 199 uomini e deportarono nel campo di concentramento di Ravensbruck tutte le donne e gran parte dei bambini (gli altri, strappati alle famiglie, furono adottati da famiglie tedesche benestanti, perché corrispondevano ai canoni ariani richiesti). I tedeschi poi diedero tutto alle fiamme e livellarono la cenere passandoci sopra più volte con i carri armati: il villaggio fu letteralmente cancellato dalle carte geografiche. Si stima che la rappresaglia costò la vita a circa 5 mila persone.
Nel frattempo, i paracadutisti di Anthropoid e Silver A erano stati nascosti in una cripta della Chiesa dei Santi Cirillo e Metodio, grazie all’appoggio di alcuni capi della Chiesa Ortodossa alla Resistenza non comunista. Il clima di violenza in città e nelle periferie era insopportabile per la popolazione così come per coloro che erano i reali responsabili di quelle feroci ritorsioni: fu così che il 17 giugno Carel Čurda, uno dei paracadutisti, decise di “alleggerire la sua coscienza” e denunciò i suoi compagni alla Gestapo. Grazie ad altre testimonianze, estorte con la tortura, la Gestapo riuscì a scovare il nascondiglio e, alle 2 del mattino del giorno successivo, circa 800 SS circondarono la chiesa e iniziarono le manovre per stanare i paracadutisti; nel frattempo, all’interno della Chiesa, i 7 uomini decisero di dividersi in due gruppi: il primo, con, Kubiš e due compagni, si sarebbe difeso ad oltranza nel patio della chiesa, mentre il secondo, composto da Gabčik e gli altri, sarebbe rimasto nascosto nella cripta così da mettersi in salvo. Le SS entrarono dalla porta principale e, subito, un violento fuoco di sbarramento le “accolse”: i tre paracadutisti avevano raggiunto le posizioni più elevate e, spostandosi rapidamente tra una colonna e l’altra, potevano vedere perfettamente ogni ingresso, senza esporsi al fuoco nemico! I tedeschi iniziarono un vero e proprio assedio, aprendo il fuoco dalle strade circostanti e lanciando decine di bombe a mano verso i resistenti che, nonostante questo, riuscirono ad opporsi, mietendo decine di vittime, fino alle prime luci del mattino quando, rimasti senza munizioni, decisero di utilizzare l’ultimo colpo e delle pillole di cianuro per suicidarsi e non cadere vivi nelle mani del nemico. I tedeschi stavano per ritirarsi ma Carel Čurda disse loro che quelli erano solo alcuni dei responsabili e, senza alcun rimorso, li spinse a ritornare dentro la chiesa. Le SS scoprirono la cripta e ricominciarono il loro assedio senza sosta! Gabčik e gli altri aprirono il fuoco e, sfruttando il buio della cripta, riuscirono a decimare i nazisti,combattendo con tutto quello che avevano. I tedeschi allora, non riuscendo a penetrare con la forza delle armi, decisero di allagare le segrete della chiesa e fecero arrivare alcune camionette dei vigili del fuoco di Praga. Con l’acqua sempre più alta i paracadutisti non si fermarono e continuarono a opporsi fino alle 12: In 7 contro 800 avevano retto per 8 ore e mezza in condizioni precarie ma, rimasti senza munizioni e ormai con l’acqua fino al busto, decisero di suicidarsi allo stesso modo dei loro commilitoni.
Anthropoid era stata, nonostante tutto questo, un successo: Churchill dichiarò nullo l’accordo di Monaco e fece della Cecoslovacchia un alleato a tutti gli effetti. Ma Praga pianse questi e molti altri eroi della Resistenza per altri 3 lunghissimi anni, fino al 1945 quando le truppe sovietiche costrinsero i tedeschi alla ritirata.
Carel Čurda, il traditore, fu ricompensato dai tedeschi con un grande premio in denaro e la nuova identità di Karl Jerhot: si sposò con una ragazza tedesca e lavorò al soldo della Gestapo fino alla fine della Guerra. Pensava di averla fatta franca ma, nell’aprile del 1947, alcuni ex partigiani lo riconobbero e lo consegnarono all’Armata Rossa che lo fece impiccare nella prigione di Pankrác.
I sette paracadutisti di Anthropoid sono ricordati da una stele posta fuori dalla Chiesa dei Santi Cirillo e Metodio dove sono incisi i loro nomi: Jozef Gabčik, Jan Kubiš, Adolf Opálka, Josef Valčík, Jaroslav Švarc, Josef Bublík, Jan Hruby.
L’Operazione Anthropoid è stata quella che ha portato alla morte dell’ufficiale nazista più alto in grado di tutta la Seconda Guerra Mondiale.
Per chi fosse interessato, consiglio il lungometraggio “Anthropoid” di Sean Ellis, disponibile attualmente nel catalogo di Netflix, e il romanzo “HHhH” dell’autore Laurent Binet da cui è stato tratto il film “L’uomo dal cuore di ferro” diretto da Cédric Jimenez, con Jason Clarke e Rosamund Pike in uscita al cinema il prossimo 24 gennaio.
Bibliografia
Libri:
Laurent Binet, HHhH, Einaudi, Torino 2011.
Callum MacDonald, Operazione Anthropoid. L’attentato a Reinhard Heydrich, il «boia di Praga», Giunti editore, 2015.
Video:
Anthropoid, regia di Sean Ellis, LD Entertainment 22h22 & Lucky Man Films, 2016
Collegamenti esterni:
Storia ceca: l’Operazione Anthropoid e il “fallito” attentato a Heydrich
Operazione Anthropoid: la Storia dell’Assassinio dell’Uomo “Più Pericoloso del Terzo Reich
L’immagine in evidenza proviene da: http://www.alamoscouts.org/publications/movie-reviews/anthropoid/