Culturificio
pubblicato 10 anni fa in Letteratura \ Storia

Il commonwealth inglese

storia di un esperimento di repubblica

Il commonwealth inglese

Durante gli anni Quaranta del XVII secolo una sorta di terremoto politico investe le principali monarchie europee”. Sono anni all’insegna di ribellioni che scuotono profondamente Spagna, Francia ed Inghilterra, mettendo a dura prova finanze e pratiche di governo delle monarchie del tempo.
Tra i motivi principali di questo periodo di crisi abbiamo, senza dubbio, un’esasperazione della tassazione, più o meno legittima, da parte dei governi per fare fronte alle spese dovute alla lunga guerra sostenuta (Guerra dei Trent’anni) ma non è da sottovalutare l’influenza negativa che ha avuto l’accentramento sempre maggiore del potere. “Pressoché tutti i conflitti dell’epoca sono accomunati dalla condanna dei metodi assolutistici o dispotici di governo.

La figura del favorito, ad esempio, diventa una costante nelle corti, specialmente con Filippo III (1598-1621) che concede al suo favorito il potere di governare al suo posto. L’esempio spagnolo viene imitato anche in Inghilterra da Giacomo I, con George Villiers, membro della piccola nobiltà, che diventerà poi duca di Buckingham.
Il controllo totale del processo di decisione politica da parte di una sola persona va a creare due fronti, uno, quello del favorito, quello del vero potere, e l’altro, quello degli esclusi.
Questo sistema andrà a provocare forte scontento da parte di chi non approva i nuovi metodi, la pressione da parte delle élites per la rimozione del ministro favorito e, non di rado, la ribellione popolare.
Insomma, lo strapotere dei ministri favoriti, porta ad un desiderio di cambio di regime.
In Inghilterra la situazione non differisce di molto da quella delle altre corti europee, con la differenza, non da poco, che il potere del parlamento è visto come sacrosanto.
Durante la monarchia di Giacomo I, vi sono vari tentativi di introdurre un’uniformità religiosa ed un progetto di unione tra la corona Scozzese e quella Inglese, senza dimenticare che Giacomo ambiva a fare dell’Inghilterra un elemento di mediazione nella scena politica europea, rinunciando al ruolo di principale sostegno alla resistenza anticattolica che si era ricavata durante l’era Elisabettiana.
Lo sfarzo delle corti europee e l’uso del favorito penetrano anche nell’austera Inghilterra suscitando una diffusa avversione. Nel 1625 Giacomo I muore e viene succeduto al trono da suo figlio, Carlo I. La prospettiva di una vittoria cattolica e il crescente strapotere di Buckingham non fanno altro che accrescere il malcontento e nel 1626 Carlo è costretto a sciogliere il parlamento. Nel 1628 la Camera del Comuni è riconvocata e viene chiesto al sovrano di firmare una Petizione dei diritti, con la quale si vogliono impedire prestiti forzosi o forme di tassazione non autorizzate dal Parlamento o arresti arbitrari. Buckingham viene assassinato ed il sovrano, nel 1629, scioglie nuovamente il parlamento e prende in mano il governo.
Gli anni successivi del governo sono caratterizzati da una trasformazione del clima politico inglese e un distacco tra la corte ed il paese effettivo. Il re è deciso a non convocare nuovamente il parlamento quindi è costretto a ricorrere a prestiti di banchiere e mercanti o ad imposte , a volte giuridicamente forzate. Ogni atteggiamento di critica viene duramente represso.
Tenta, inoltre, di unificare il culto in Inghilterra ed in Scozia cerca di far adottare il “Common Prayer Book” inglese, con il solo risultato di far scoppiare una rivolta in quest’ultima.
La sconfitta dell’esercito inglese costringe il sovrano a convocare il Parlamento Inglese nella primavera del 1640. Dopo solo tre settimane Carlo lo licenzierà, facendo arrestare alcuni leader della Camera dei Lord e della Camera dei Comuni; questo “short Parliament” non era servito allo scopo del sovrano, ovvero chiedere nuovi sussidi finanziari.
Nel Novembre dello stesso anno,infatti , il re è costretto a convocarlo nuovamente (Long Parliament). Questa volta il Parlamento riesce a strappare delle concessioni al sovrano, la più importante è indubbiamente quella di una convocazione regolare ogni tre anni.
Facendo leva sull’opinione pubblica londinese, il Parlamento ottiene la condanna a morte del duca di Stafford, uno dei protagonisti della politica regia, decapitato nel 1641. A quel punto parte l’offensiva parlamentare contro tutti quegli atti che vengono considerati dispostici. Vengono smantellati tutti gli apparati di repressione o di centralizzazione del potere. Si crea così un precario equilibrio di poteri che viene sconvolto da una rivolta cattolica in Irlanda ( autunno 1641 ). Il parlamento a questo punto è costretto a votare un sussidio al sovrano per la repressione della rivolta, ma chiede che in cambio possa scegliere il comando dell’esercito. La risposta del re non si fa attendere. Nel gennaio del 1642 piomba in parlamento con 400 soldati per arrestare i leader dell’opposizione che però, prontamente avvisati, erano riusciti a fuggire.
Le intenzioni di Carlo sono ormai ben chiare, costretto a fuggire a York recluta un esercito di volontari; ha inizio la guerra civile.
Il paese è spaccato in due. Nel 1642, gli Scozzesi entrano nel conflitto al fianco del Parlamento. La cavalleria regia guadagna terreno nel Sud-ovest, mentre le forze parlamentari conquistano il settentrione. Dissidi interni costringono il Parlamento ad unificare il comando; è l’entrata in scena di Oliver Cromwell (1599-1658) e di Thomas Fairfax.
L’esercito inglese viene rivoluzionato completamente. La partecipazione è volontaria ma retribuita e la scarsa presenza di nobili consente la scalata dei ranghi per meritocrazia da parte di piccoli proprietari ed artigiani.
La modernità di questo esercito e il forte senso di responsabilità che lo attraversava consentono nel 1645 di sbaragliare l’esercito regio a Naseby. Nel 1647 il re si arrenderà agli scozzesi.
Nel giugno del 1647 il Parlamento decide di sciogliere l’esercito, decisione che suscita la protesta militare guidata da Cromwell. Si costituisce un consiglio generale dell’esercito in cui a fianco degli ufficiali siedono membri eletti di ogni reggimento.
Quello che colpisce della protesta è la forte spinta democratica. Vi è una rivendicazione di pari dignità tra tutti i volontari dell’esercito che hanno combattuto contro il dispotismo e vengono avanzate idee e tesi di forte modernità. Si parlerà di limitare il potere del sovrano, di abolire la camera dei Lord, ma sopratutto del fatto che ogni cittadino maschio maggiorenne abbia il diritto, per natura, di eleggere i propri rappresentanti, che tutti godono di uguali diritti politi e che la sovranità risiede nel popolo. Queste idee verranno poi raccolte in un testo chiamato, molto significativamente, “Patto del Popolo” (“Agreement of the people”).
La fuga di Carlo I (11 novembre 1647) interrompe la discussione di queste modernissime idee ed offre l’occasione al generale Fairfax per ristabilire il controllo parlamentare. Nel 1648 la Scozia invade l’Inghilterra ed il Parlamento e l’esercito sono costretti ad un rapido accordo. Sconfitti gli scozzesi si apre il processo al re che terminerà con la sua decapitazione e con la proclamazione del Commonwealth inglese, la Repubblica, nel 13 maggio del 1649.
Nel 1653, viene sciolto il lungo parlamento ed eletto il parlamento detto “dei santi”. Cromwell diviene il lord protettore della repubblica. Il potere rimane così in bilico tra Parlamento ( legislativo) e Cromwell (esecutivo e militare). Tentativi di limitare il potere del lord protettore vengono ridotti al silenzio. La carica decadrà “naturalmente” alla sua morte, essendo perlopiù legata alla sua figura carismatica. Nel 1660 l’esercito insedierà nuovamente il lungo parlamento e successivamente, nello stesso anno, Carlo II, il figlio del decapitato Carlo I, viene incoronato re d’Inghilterra.

commonwealth
Terminerà così l’esperimento repubblicano Inglese del Commonwealth.
Lotta al dispotismo ed idee di una democrazia praticamente senza precedenti sono tra le cose che più colpiscono di questo sanguinoso periodo della storia Inglese e, sebbene molte di loro non sopravvivano alla restaurazione della monarchia, altrettante conquiste rivoluzionarie, come lo smantellamento degli apparati di controllo o il riconoscimento effettivo del ruolo di controllo del Parlamento, rimarranno. Il sistema inglese parlamentare si va sempre più solidificando sulle macerie di una Repubblica durata circa vent’anni.

 

Articolo a cura di Francesco Baldini