Giulia Fracassi
pubblicato 5 anni fa in Letteratura

Alice in Wonderland

Alice in Wonderland


Mia cara signora Hargreaves (il suo nome da sposata), immagino che questa le sembrerà una voce dall’oltretomba, dopo tanti anni di silenzio; tuttavia […] l’immagine mentale di colei che per tanti anni è stata la mia amica-bambina ideale è come sempre vivida. Da allora ho avuto molte amiche-bambine, ma non è stata mai la stessa cosa (Lewis Carroll)

Quarta di dieci figli, Alice Pleasance Liddell nacque a Westminster il 4 maggio 1852. Il padre, il grecista Henry George Liddell, nel 1855 venne nominato decano del Christ Church College, università di Oxford. Charles Dodgson, in arte Lewis Carroll, insegnava lì matematica e divenne presto un buon amico di famiglia. Trascorse molto tempo in compagnia di Alice e delle sue sorelle, tra passeggiate, gite e pic-nic, raccontando storielle di fantasia. Era il 4 luglio 1862 quando, durante un viaggio in barca sul Tamigi insieme alla famiglia Liddell, Carroll raccontò la storia fantastica di una ragazzina di nome Alice che cadde nella tana di un coniglio. Fu proprio su richiesta della bambina che l’uomo scrisse un libro su questa storia e, nel novembre 1864, completò Alice’s Adventures Under Ground ( letteralmente, Le avventure di Alice sotto terra). Nel 1863, tuttavia, la famiglia Liddell si trasferì, interrompendo così anche il rapporto di amicizia con Lewis Carroll. Con l’aiuto di John Ruskin, Alice divenne un’artista e girò l’Europa, pubblicando, tra il 1872 e il 1877, una serie di acquarelli e di bozzetti. Si sposò con Reginald Hargreaves, studente di Oxford, con cui ebbe tre figli (Knyveton, Leopold Reginald e Caryl Hargreaves). Nel 1885 Alice Liddell ricevette una lettera da Carroll, in cui le chiedeva il manoscritto originale della prima versione di Alice’s Adventures Under Ground. L’ultimo incontro tra i due ebbe luogo nel novembre del 1888. Lewis Carroll morì il 14 gennaio 1898 ed Alice Liddell non partecipò ai funerali. Suo padre morì quattro giorni dopo lo scrittore, sua madre nel 1910, due dei suoi figli durante la prima guerra mondiale, suo marito nel 1926: dopo questa serie di delusioni, Alice Liddell visse insieme al figlio Caryl a Cuffnells, nell’Hampshire. Nel 1928, a causa delle difficoltà economiche, fu costretta a vendere la copia di Alice’s Adventures Under Ground, donatele dallo stesso Carroll. Nel 1932 fu invitata alla Columbia University,  negli Stati Uniti, per festeggiare il centenario della nascita di Lewis Carroll e, nel 1933, assisté alla proiezione di “Alice”, realizzato dalla Paramount. Alice Pleasance Liddell morì il 16 novembre 1934.

Edito nel 1865, Alice nel paese delle meraviglie è considerato uno dei classici della narrativa anglosassone ed europea. Nel 1864 l’autore lo offrì in regalo alla piccola Alice Liddell ma poi, su consiglio di un amico, decise di provare a pubblicarlo: lavorò quindi la storia, aggiungendo gli episodi de Il gatto del Cheshire e de Il tè dei matti. Incaricò poi John Tenniel, stimato disegnatore, per la realizzazione di alcune illustrazioni che furono inserite in quello che, nel 1865, uscì come Alice in Wonderland (Alice nel paese delle meraviglie). Nel 1871 e nel 1886 uscirono anche Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò e il facsimile di Alice’s Adventures Under Ground. La protagonista del romanzo assomigliava molto alla piccola Liddell che, nonostante lo stesso Carroll affermasse il contrario, condivideva molto più del nome con il personaggio. Alice, rappresentata come una tipica bambina inglese dell’età vittoriana,  aveva una spiccata curiosità per la logica e a volte era anche terribilmente pedante (soprattutto nel secondo libro Alice dietro lo specchio). La vediamo indossare un vestito blu pallido che le arriva al ginocchio, con sopra un grembiulino bianco; tuttavia, in origine, nella prima versione a colori, il vestito era di colore giallo. La giovane tiene i capelli raccolti in un vistoso fiocco ed è proprio in suo onore che, soprattutto in Gran Bretagna, questo genere di fiocchi è definito Alice band. John Tenniel disegnò l’immagine comune di Alice, con un vestito blu, un grembiule bianco bordato di rosso e i capelli biondi. È proprio così che numerose opere successive, tra cui quella della Disney, rappresenteranno il suo personaggio. Il testo, ricco di giochi di parole, filastrocche, poemetti, giochi ed enigmi matematici e riferimenti letterari mascherati, difficilmente traducibili alla lettera in un’altra lingua, rendono Alice nel Paese delle Meraviglie un’opera complessa e aperta a più possibilità di lettura diverse, una vera e propria sfida per tutti i critici e i traduttori di Carroll.

Alice nel paese delle meraviglie, un capolavoro da molti giudicato nonsense, rappresenta un’eccezione nel panorama della letteratura per l’infanzia e contribuisce a rendere questo genere autonomo, dandogli sue prerogative e differenzandolo. L’esperienza fantastica della giovane protagonista rappresenta l’ingresso in un mondo alla rovescia in cui, con straordinaria inventiva e creatività, Carroll sfoggia giochi di parole e combinazioni numeriche attraverso un virtuosismo tecnico e formale. Per questo motivo l’opera si presta a più livelli di lettura che spaziano dalla semplice lettura ricreativa fino alla lettura a chiave, o a enigma, in cui la superficie apparentemente trasparente della realtà ha più di una lettura simbolica, allegorica e traslata. Uno dei temi principali del libro è il rapporto conflittuale tra età infantile ed età adulta: durante il sogno la bambina si confronta con una realtà in cui le regole del mondo normale sono del tutto stravolte ma da questa esperienza non le deriva né alcun insegnamento utile per l’accesso al mondo dei grandi né alcun insegnamento morale tipico della letteratura per l’infanzia o di fiabe e favole, come ad esempio il rispetto per i genitori, l’obbedienza o il timore dell’ignoto. Nel mondo sottoterra, Alice è piuttosto l’estranea coinvolta in un gioco il cui meccanismo di fatto le sfugge. Rispetto alla letteratura per l’infanzia prodotta nell’Ottocento, il bambino viene visto come fondamentalmente diverso dall’adulto, pur rimanendo all’interno di un determinato sistema sociale. Le caratteristiche tipiche dell’età vittoriana vengono rappresentate attraverso il punto di vista di Alice, bambina borghese abituata alle regole che si trova a fare i conti con un mondo del tutto folle e contro ogni logica. Pur essendo dotata di grande lucidità mentale, Alice vede venir meno tutte quelle certezze che il mondo adulto ha cercato di installarle, poiché nel suo sogno deve fare i conti con un territorio che non ha né centro né confini.

Sitografia:

Fonte dell’immagine: http://www.booktobook.it/libri/150-di-alice-nel-paese-delle-meraviglie/attachment/alice-nel-paese-delle-meraviglie-libro-ricette/