SCMRPG!
Super Columbine Massacre RPG!
Credo che il videogioco sia uno strumento unico per esplorare molti temi attraverso modalità interattive, diversamente dai film e dai libri. La nostra, tuttavia, non è una cultura che vede ancora i videogiochi come un campo accademico o artistico, ma considera l’intrattenimento interattivo prima di tutto un innocuo giocattolo. Credo che “Super Columbine Massacre RPG!” sfidi questa visione (Danny Ledonne.)
“Super Columbine Massacre RPG!” è un gioco di ruolo creato da Danny Ledonne che ricostruisce il massacro avvenuto nel 1999 alla Columbine High School, vicino Littleton, Colorado, negli Stati Uniti d’America. Nel gioco, rilasciato nell’aprile del 2005, i giocatori vestiranno i panni dei due giovani assassini, il diciassettenne Dylan Klebold e il diciottenne Eric Harris. Il gioco avrà inizio il mattino della strage nella stanza di Harris dove, a renderlo ancora più “realistico”, troveremo oggetti realmente legati al giovane come la custodia del videogioco “DOOM”, di cui era appassionato, e del cd di Marilyn Manson (entrambi accusati di aver deviato le giovani menti).
Nella prima fase del gioco, dopo essersi messo in contatto con Dylan, Eric preparerà tutto il necessario per attaccare la scuola prendendo dalla cantina la bombola di propano, le bombe e le armi. Una volta raggiunto il parcheggio della scuola i due recupereranno dal bagagliaio le bombe che dovranno posizionare nella caffetteria, stando attenti a non essere visti da nessuno mentre percorrono il corridoio per non dover ricominciare tutto da capo. Posizionate le bombe nei posti previsti, Dylan ed Eric si ritroveranno a parlare dei problemi e dei pensieri riguardanti società e scuola ed inizieranno poi a tirar fuori tutte le armi, mostrateci nel gioco attraverso le foto autentiche delle indagini. Giunti all’ingresso, una volta che i due si renderanno conto che gli esplosivi non hanno funzionato, avrà inizio la strage e qui il gioco funzionerà come un qualsiasi altro RPG, dove si avanzerà di livello in base alle persone (ovviamente disarmate) uccise all’interno dell’edificio. Eric e Dylan si troveranno poi a dover decidere se continuare ad uccidere o se suicidarsi per non farsi uccidere dalla polizia. Se la scelta sarà quella di togliersi la vita, si vedranno scorrere i pensieri dei due, convinti che con la morte riusciranno a raggiungere un mondo migliore. Questa potrebbe sembrare la fine del gioco e invece… Comparirà la scritta “Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura ché la diritta via era smarrita” ed il gioco continuerà all’Inferno dove Dylan ed Eric, arrabbiati per la perdita delle armi, sfogheranno la loro frustrazione sugli abitanti del sottosuolo, che altri non sono che i mostri di DOOM. Il gioco giungerà finalmente al termine qualora i due non riusciranno a sconfiggerli.
Del gioco si possono “apprezzare” i dettagli e i ricordi legati a Eric Harris e Dylan Klebold e l’utilizzo di video e foto reali prese direttamente dalle indagini e dalle testimonianze delle vittime. Questo fa dedurre e presupporre che Danny Ledonne ha prestato particolare “attenzione” agli eventi e agli aspetti psicologici della strage per la realizzazione del videogioco. Per la prima volta viene legittimato l’utilizzo di un videogioco come mezzo di espressione di due argomenti molto importanti come la possibilità di acquistare facilmente armi e munizioni per due ragazzi appena maggiorenni e la violenza nei videogiochi.
L’ideatore del gioco, nel gioco, cerca di giustificare l’insano gesto dei due descrivendoli e facendoli apparire come vittime di un sistema che li opprime. (Giochi di pessimo gusto, canale Youtube)
Il massacro della Columbine High School.
Tipo: Omicidio di massa.
Data: 20 aprile 1999, ore 11.19/12.08.
Luogo: Columbine.
Stato: Stati Uniti.
Obiettivo: studenti e insegnanti.
Responsabili: Eric Harris e Dylan Klebold.
Motivazione: emarginazione e bullismo.
Morti: 15 (inclusi i due assassini).
Feriti: 24.
Era il 1996 quando Eric Harris creò un suo sito interamente dedicato al videogioco “Doom” a cui associò un blog contenente barzellette e pensieri sui suoi genitori, la scuola e gli amici. Ben presto iniziarono ad apparire nel sito contenuti decisamente inusuali, come le indicazioni dettagliate su come introdursi in un sistema informatico o su come fabbricare esplosivi e frasi che Harris aveva scritto a proposito del suo desiderio di uccidere chi lo infastidiva, rivolgendosi soprattutto a studenti e insegnanti della Columbine High School, che fecero trasparire la sempre più crescente rabbia del giovane nei confronti della società e della scuola. Nel 1997 l’investigatore Michael Guerra fu messo al corrente dell’esistenza del sito in seguito alla denuncia dei genitori di un amico di Harris, Brooks Brown, vittima di minacce da parte dei due giovani. Harris e Klebold vennero arrestati nel gennaio del 1998 perché trovati in possesso di pezzi di computer rubati. Durante l’udienza il giudice decise che, in base alla loro mancanza di giudizio morale, i due avrebbero avuto bisogno di un aiuto psichiatrico in un centro specializzato, dove poi vennero prescritti ad entrambi numerosi psicofarmaci. Riuscirono ad evitare un procedimento legale partecipando a lavori utili alla comunità e, dopo essersi scusati per il furto, riuscirono ad ottenere il totale sconto della pena, continuando però ad ostentare il loro finto rimorso ed elogiando la loro abilità nel fingere. Dopo l’udienza il sito venne chiuso e Eric e Dylan iniziarono ad elaborare su carta l’intero piano del futuro massacro, documentando anche il loro intero arsenale con l’ausilio di videocassette custodite in segreto. Inizialmente, come dichiarato dai due assassini nei vari video, il massacro sarebbe dovuto avvenire il 19 aprile, data dell’attentato di Oklahoma City e dell’assedio di Waco. Tuttavia, a causa dei ritardi nella costruzione delle bombe a propano, la data fu spostata al 20 aprile, giorno di nascita di Adolf Hitler. Eric Harris e Dylan Klebold arrivarono alla Columbine High School alle 11.10 e posizionarono le bombe nella mensa e nel campo vicino all’entrata, stando attenti a non essere ripresi dalle telecamere di sorveglianza. Tornarono poi alle loro auto, pronti ad aprire il fuoco contro gli studenti che, dopo l’esplosione degli ordigni, prevista per le 11.17, sarebbero scappati dalle uscite. Le bombe, tuttavia, non si azionarono e il piano non andò come previsto, così i due entrarono direttamente nell’edificio facendo fuoco su studenti ed insegnanti e suicidandosi quarantacinque minuti dopo l’inizio del massacro. Nel massacro morirono in tutto 15 persone, compresi Harris e Klebold, e 24 rimasero ferite. Nel 2006 la polizia decise di pubblicare i diari dei due, pagine e pagine di appunti sulla strage che programmavano sin dall’aprile del 1998. Due mesi prima del massacro Klebold scrisse, per una lezione di letteratura, una storia su un uomo che, senza motivo, uccise 9 persone. Il racconto terminava così:
[…] Io vidi trasparire da lui potere, autocompiacimento e devozione. Compresi la sua azione.
Harris, invece, lasciò un appunto in cui scrisse:
Una volta che iniziamo a uccidere bisogna tenere bene in mente che ci sono almeno 100 persone nella scuola che non devono morire, il resto deve morire,
preannunciando anche il nome dei 42 compagni da eliminare (alcuni dei quali poi risultarono poi essere realmente tra le vittime).
I said this game is one of the most important in gaming history, which I meant for two reasons. First, the creator has used a video game (successfully, I might add) to explore an important socio-cultural event. This is, hopefully, the first step towards the acceptance of video games as a legitimate medium for the expression of serious thought. Secondly, and perhaps more importantly, it is one of the only psychological explorations of the Columbine killers ever completed, and its sincerity is evident in the care displayed in the design of the game. It reminds us that Eric Harris and Dylan Klebold, the murderers of Columbine, were victims of Columbine, as well. (Ryan Moore, The Pale Writer.)
For me, this was one of the hardest games I’ve ever played. After 20 years of gaming, it’s almost natural at this point to try and immerse myself in what I play, but doing so in this case was impossible. If anything, the constant cycle of playing the game versus thinking about playing the game – the association, then dissociation – helped to sharpen the line between game and reality, not blur it. The striking grimness of the contained events, combined with the memory of their transgression, created a very real pathos towards the victims, their killers, and having to deal with consequences for those of us left in the wake. It was certainly not the self-indulgent killfest that many have deemed it. (Dustin, giocatore di SCMRPG)
Bibliografia e sitografia:
– Giochi di pessimo gusto, canale Youtube;
– “Columbine”, 2009, Dave Cullen;
– “Comprehending Columbine”, 2007, Ralph W. Larkin;
– www.columbinegame.com.
L’immagine in evidenza proviene da: https://www.gamespodcast.de/podcast/10jk-super-columbine-massacre-rpg-quantencomputer-und-riccitiello/