Il vuoto incolmabile
la separazione degli amanti nell'Arte
L’Arte accompagna l’uomo attraverso i sentieri dei sensi nell’esplorazione degli itinerari emotivi che nella vita e nella realtà affondano le proprie radici. Attraverso gli occhi l’osservatore scorre una successione di vivide sensazioni trasmesse dall’autore, talvolta esse rivestono un topos, ossia un motivo ricorrente, una sorta di luogo comune. Dimenticatevi i pregiudizi in merito e pensate ad un episodio quale la separazione di due amanti nel pressoché infinito repertorio artistico che l’umanità ha offerto fin dall’antichità, esso può rappresentare, ed essere rappresentato, sotto luci profondamente differenti.
Esistono separazioni che nella mente dell’osservatore conservano una velata dolcezza. Canova nel gruppo scultoreo Amore e Psiche divide gli innamorati tesi in un equilibrio raffinato e seducente attraverso quel breve intervallo d’aria, per l’eternità. Difficile immaginare le stesse figure marmoree unite; è una tensione necessaria, è una separazione straordinariamente equilibrata. Se Amore e Psiche fossero uniti tutto sarebbe differente
Anni dopo nel quadro del pittore veneziano Francesco Hayez due amanti sembrano esser colti nel momento di un addio. E’ la tela de Il bacio, l’uomo cinge tra le braccia la fanciulla e la bacia con la passione e la dolcezza di un saluto che sembra preludere una lunga lontananza. Il legame è immerso in un tripudio di colori contrastanti e vividi; egli poggia il piede sul primo gradino della vicina scala mentre saluta l’innamorata, già si sta inevitabilmente allontanando.
Probabilmente è l’ambito letterario il più fertile dei terreni nei quali è possibile coltivare questo particolare genere di suggestioni legate al nobile amare, ed al nobile separarsi. Innumerevoli gli esempi in merito.
Pensiamo alla novella V della IV giornata del capolavoro del Boccaccio presenta il personaggio di Lisabetta. La giovane ragazza intrattiene una relazione amorosa con Lorenzo, ma questi viene brutalmente ingannato ed assassinato dai fratelli della giovane. Una volta scoperto il corpo del suo giovane amore, Lisabetta taglierà la testa e la sotterrerà in un vaso, passando il suo tempo a piangere sulla pianta di basilico, alimentandola con le sue stesse lacrime disperate.
Come già detto, gli esempi sarebbero praticamente infiniti. Per concludere è necessario non dimenticare anche un altro genere di separazione, forse più delicata e complessa.
Pensiamo alla poesia di Baudelaire À une passante (A una passante). Il poeta descrive ciò che osserva dalla finestra: una donna ad un tratto carpisce la sua attenzione, poi scompare, nella folla. L’uomo sente svanire in un istante la possibilità di amarla, avrebbe potuto esser qualcosa, qualcosa di vero, di intenso, di profondo, non è stato nulla e questo non può che generare malinconia, senso di perdita.
Non è una separazione fisica, non è una separazione convenzionale, è un sentimento di allontanamento vissuto dal poeta nei confronti di una possibile felicità che ora risulta perduta.
Un lampo, poi la notte! – Bellezza fuggitiva
dallo sguardo che m’ha fatto subito rinascere,
ti rivedrò solo nell’eternità?Altrove, assai lontano di quì! Troppo tardi! Forse mai!
Perchè ignoro dove fuggi, né tu sai dove io vado,
tu che avrei amata, tu che lo sapevi
L’Arte è dunque depositaria delle azioni, dei sentimenti umani.
Essa è guardiana e messaggera. Sospinge la nobiltà oltre e la conserva nelle pagine eterne della storia. Non c’è da stupirsi se essa, ascoltando i disperati, talvolta assume anche un ruolo consolatore.
Se la mutevolezza dell’esistenza è reale, le separazioni non sono che una delle collaterali conseguenze, dunque l’Arte non può che raccontarle.