Martina Madia
pubblicato 6 anni fa in Letteratura

Humbert e la sua Lolita

Humbert e la sua Lolita

Era Lo, semplicemente Lo al mattino, ritta nel suo metro e quarantasette con un calzino solo. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea tratteggiata dei documenti. Ma tra le mie braccia era sempre Lolita.

Humbert ci presenta così la sua Lolita, con delle tenere parole che potrebbero sembrare quelle di un innamorato qualsiasi, di un marito premuroso, insomma di chiunque ma non le sue. Chi scrive è infatti un criminale, un quarantenne colpevole che non cerca neanche per un attimo di scagionarsi ma sfrutta la permanenza in carcere per scrivere le sue memorie. Tutta la narrazione è finalizzata ad analizzare la sua vita trascorsa in balia di giovani ninfette per le quali ha sempre provato un incontrollabile e inspiegabile desiderio. Ma cos’è che lo ha indotto a questa sorta di esclusiva attrazione per le ragazzine e la loro tenera età? Humbert troverà in parte la risposta nel ricordo del suo primo amore, della sua Annabel persa troppo presto e mai dimenticata. Ripercorrerà il passato con la consapevolezza di aver proiettato per anni l’immagine sbiadita di lei su chiunque altro, almeno fino a quando il suo fantasma non ha trovato una perfetta corrispondenza nel presente, e in particolare nelle movenze e nell’infantilità di Lolita.

Come si sono espressi autori più illustri di me: «Lascerò alla fantasia del lettore, ecc.». Ma a pensarci bene, al diavolo le fantasie! Sapevo di essermi innamorato di Lolita per sempre; ma sapevo anche che lei non sarebbe stata per sempre Lolita.

L’ossessione di Humbert Humbert e l’assoluto bisogno di avere Lolita tutta per sé lo condurranno su una strada lastricata di crimini e cattive intenzioni. Sarà carceriere e detenuto, fuggitivo e inseguitore. Grazie all’abilità narrativa di Nabokov, autore di questo celebre romanzo, il lettore ha l’opportunità di entrare non solo nella testa del carnefice, ma anche e soprattutto nei suoi sentimenti che per quanto malati e ossessivi sono tutti costantemente rivolti all’oggetto del suo desiderio e del suo singolare amore. Alcune parti della storia sottolineano quanto sia sbagliato e squilibrato il loro rapporto, incontro di due generazioni diverse e infinitamente distanti, mentre altre lasciano trasparire tutta la devozione di un uomo innamorato nei confronti di quella che vorrebbe come sua compagna.

Voglio che tu lasci il tuo occasionale Dick, e questa topaia orrenda, e che venga a vivere con me, e a morire con me, e tutto con me.

Sulle battute finali di questa storia ci si sente un po’ in colpa perché è a mio parere impossibile, anche solo per un attimo, non tifare per lui: un uomo pieno di crepe che ha trovato chi avrebbe potuto illuminarle proprio dove non doveva.

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