Una riflessione sulla 26ª edizione di Artissima – Fiera Internazionale d’Arte Contemporanea
A Torino si è da poco svolta, dal 31 ottobre al 3 novembre, la ventiseiesima edizione di Artissima, che si è (ri)confermata come uno tra i più importanti e frequentati appuntamenti internazionali d’arte contemporanea: 208 gallerie provenienti da 43 paesi, 55.000 visitatori, 6 premi assegnati e 5.500 collezionisti da tutto il mondo.
L’unica fiera italiana dedicata esclusivamente all’arte contemporanea, diretta per il terzo anno da Ilaria Bonacossa, quest’anno ha incentrato le sue proposte, attività, dialettiche intorno al desiderio/censura, un tema attuale e suggestivo che, come un filo rosso itinerante, ha percorso le opere e le installazioni presenti all’Oval Lingotto di Torino. Riflessiva, generosa, sperimentale e vivace ha fornito molti spunti di riflessione indagando sul complicato rapporto tra i diversi elementi concettuali nella società contemporanea e sulle tendenze che forniscono, comunicano. Linee guida esemplificate dalle parole della direttrice:
Il desiderio nasce dal rapporto tra il corpo e la società, tra la realtà vissuta e la realtà immaginata e ambita. Le opere d’arte sono storicamente portatrici di immagini in grado di emancipare ciò che convenzionalmente viene considerato un tabù, grazie al desiderio di sovvertire le regole, rendendo fluidi i confini tra normale ed eccezionale. Il limite tra contenuti permessi e contenuti proibiti è al centro di un dibattito quanto mai attuale che vede l’arte stessa oggetto di censura. Nel mondo digitale e sui principali social network il controllo preventivo, spesso algoritmico, rende di fatto sempre più difficile la diffusione e promozione del nostro patrimonio artistico-culturale.
I visitatori hanno potuto muoversi nello spazio espositivo diviso accuratamente in 7 sezioni: 4 (Main Section, New Entries, Dialogue e Art Spaces & Editions) selezionate dal comitato delle gallerie della fiera e 3 (Present Future, Back to the Future e Disegni) curate da board internazionali di curatori.
Nello specifico la sezione Main Section racchiudeva la selezione delle gallerie emblematiche del panorama artistico mondiale; New Entries era dedicata alle gallerie emergenti sulla scena internazionale; Dialogue formata da progetti specifici dove le opere di massimo due artisti vengono messe in relazione tra loro e infine la Art Spaces & Editions composta da gallerie specializzate in edizioni e multipli di artisti, project spaces e spazi no profit.
Le tre sezioni curate meritano sicuramente un approfondimento più ampio. Present Future, da diciannove anni, è dedicata ai nuovi talenti. Le opere, posizionate all’ingresso del padiglione, sono state il risultato dello sforzo congiunto di Ilaria Gianni, Juan Canela e Èmilie Villez che ha selezionato il lavoro inedito, creato appositamente per la fiera o una prima esposizione in un contesto europeo, di 20 artisti presentati da 22 gallerie (16 straniere e 6 italiane). In questa sezione il Premio illy Present Future è stato assegnato ad aaajiao, presentato dalla galleria House of Egorn (Berlino).
Back to the Future, invece, era dedicata alla riscoperta dei pionieri dell’arte contemporanea, con lo scopo di sottolineare l’importanza di alcuni artisti che sono stati i protagonisti di quella trasformazione di linguaggi formali che ha modificato e influenzato il lavoro creativo contemporaneo. Il comitato curatoriale composto da Lorenzo Giusti, Cristiano Raimondi e Nicolas Trembley ha selezionato 19 artisti, presentati da altrettante gallerie (16 straniere e 3 italiane). Il Premio Sardi è stato assegnato alla galleria Sokyo (Kyoto) con un progetto di Kimiyo Mishima.
Infine, la sezione Disegni, alla sua terza edizione, è stata dedicata alle forme di disegno contemporanee globali, inizialmente legata alla carta e poi mutata, e ampliata, in base alle nuove tecnologie digitali. Tale sezione ha cercato di evidenziare l’immediatezza del gesto creativo e il passaggio dall’idea iniziale all’opera conclusa. Curata da João Mourão e Luís Silva, la selezione ha fatto emergere le opere di 21 artisti rappresentati da 21 gallerie (11 straniere e 10 italiane). In cui il Premio Refresh Irinox è stato conferito a Sheroanawe Hakihiiwe presentato dalla galleria ABRA (Caracas). Distaccandosi dai temi, dalle sezioni e dai premi il visitatore ha avuto la possibilità di avvicinarsi al mondo dell’arte contemporanea e di approfondire in un unico spazio, di 20.000 mq, opere differenti, caratterizzate dalla provenienza, dai materiali e dalla capacità comunicativa ed emotiva degli strumenti visivi.
Artissima 2019, come nelle passate edizioni, è una fiera che riesce a raggiungere un pubblico vasto e variegato perché con la sua qualità, atmosfera e varietà artistica consolida le suggestioni e le riflessioni dei contenuti. Quadri e installazioni interattive, visori VR e schizzi in matita, insegne luminose e ritagli di giornale, strumenti, colori e luci che uniti in un unico luogo vivo e pulsante fungono da specchio per rappresentare la contemporaneità artistica e sociale del nostro tempo.
Abbiamo lavorato in una duplice direzione, affiancando a una proposta di mercato di alto livello un’offerta culturale in grado di indagare sempre nuove e diverse modalità di proporre arte, con grande voglia di scambiare idee ed esperienze in un contesto aperto e ricettivo. Senza mai dimenticare la solidità della ricerca e la qualità degli espositori presenti nel padiglione fieristico, in sinergia con i nostri partner abbiamo offerto al pubblico progetti crossdisciplinari in grado di informare, stupire e divertire al tempo stesso, contaminando in maniera interdisciplinare. Mai come quest’anno Artissima è -issima in tutti i sensi!
Cito le parole di Ilaria Bonacossa, ideali per chiosare l’edizione appena conclusa e proiettarci verso Artissima 2020 che si terrà da venerdì 6 a domenica 8 novembre.