Alan e i sette bit
La storia ci spiega quali personaggi ci hanno portato al mondo odierno. Ma chi ha il merito degli strumenti tecnologici più importanti, che ogni giorno tutti utilizziamo, come cellulari, computer e derivati?
Uno dei padri fondatori dell’attuale mondo virtuale è Alan Turing, uno dei più grandi crittografi e matematici del mondo.
Nato e vissuto durante la prima e la seconda guerra mondiale, nasce in India vivendo un infanzia burrascosa, riuscendo nonostante tutto a conseguire gli studi con il massimo dei voti; durante la seconda guerra mondiale, tornato in madrepatria inglese, ha lasciato la sua impronta attraverso due azioni: la prima fu di creare una macchina che risolvesse l’algoritmo di criptazione tedesco, “Enigma”, in modo automatico, ruolo fondamentale per permettere alle forze alleate di reagire tempestivamente alle forze armate nemiche. Anche se questo sembra una grande traguardo, Turing ne passa un altro, maggiore, introducendo, contemporaneamente a Alonzo Church, una tesi che oggi permette di trasformare molti dei problemi umani in comandi per i computer: “Se un problema è intuitivamente calcolabile, allora esiste una macchina di Turing o una sua variante che può risolverlo”, perciò tutte le istruzioni che noi possiamo tradurre in un algoritmo, un computer è in grado di eseguirle. Non vi spaventare! La parola algoritmo è molto più soave di quanto si pensi, dal momento che ognuno di noi usa algoritmi tutti i giorni; se io vi chiedessi di preparare un caffè, che cosa fareste? Pulire la macchinetta, aprire la macchinetta, mettere l’acqua sul fondo, mettere il caffè nell’alloggio sopra stante, rimontare, accendere il fornello e, una volta pronto, versare il caffè. Questo è un algoritmo e voi potete intuitivamente eseguirlo. Di conseguenza, potreste insegnarlo ad un computer, che potrebbe preparare un caffè. Quel che un computer non può fare, con la nostra attuale conoscenza, è provare emozioni, elaborare opinioni personali – in pratica, le prerogative personali di un individuo, come pensare e rispondere a domande del tipo: “Dio esiste?”. A proposito di questo, Asimov commentò, in un suo racconto che quando un computer risponderà “adesso si, sarà il momento di iniziare a correre. (consiglio come lettura il “Test di Turing” chiamato anche “Imitation Game”, sconsigliando il film che ne prende il nome, essendo estremamente romanzato e non fedele all’originale).
Ordunque! Turing mostrò la strada su come lavorare sui materiali privi di anima, infondendo“pensieri” semplici, algoritmi, per rendere disponibili apparecchi – oggi, i computer- sostitutivi di alcune mansioni dell’essere umano, in grado di svolgere il medesimo compito più velocemente, e senza fatica per l’utente. Negli anni ‘50 un computer fece dei calcoli di astronomia che richiedevano anni in appena venti ore; nel 2000, un computer chiamato “Deep Blue”, cui unico compito era giocare a scacchi, batté il campione mondiale, sconfiggendo dunque i suoi creatori; ogni programma che oggi vediamo parte dall’incipit che lui ci ha lasciato.
Sfortunatamente la storia di Turing non ha un lieto fine, perché all’epoca in cui visse l’omosessualità era un crimine. Colto in flagrante, per fuggire al carcere gli fu proposto di seguire una terapia di recupero piuttosto bizzarra: i medici inglesi dell’epoca credevano che per guarire dall’omosessualità, per gli individui di sesso maschile, servissero iniezioni di ormoni femminili. Turing già sapeva che due più due non faceva cinque ma il carcere era un alternativa impensabile; egli decise di suicidarsi, ispirandosi alla sua fiaba preferita, Biancaneve, mangiando una mela avvelenata. Oggi si dice che l’azienda statunitense Apple si sia ispirata per il proprio logo alla vicenda di Turing.; sicuramente nessuno lo ha salvato.
NB: Durante la propria vita, Turing fece molto altro; riguardo al mondo dell’informatica, egli fu di grande importanza e agì da apostolo, anche se esistono molte altre figure degne di menzione: per ricordarne alcune, cito Napier, Leibnitz, Pascal, Jacquard, Babbage, Ada, Hollerith, Auken, Grace, Atanasoff, Berry: se interessati, consiglio vivamente di conoscere tutti loro.
Articolo a cura di Gabriele Cavallaro