Federico Musardo
pubblicato 9 anni fa in Storia

Il massacro dei re di Roma

Il massacro dei re di Roma

L’influenza della cultura etrusca prima e durante l’ultimo periodo della monarchia romana è notevole; molti riti religiosi e sacerdozi , insegne regali, tecniche di navigazione e commercio sono una parte di questa eredità che andrà a costituire, insieme ad influenze forse greche e di certo italiche, il sostrato di una città, ancora neonata, destinata a dominare l’intera penisola italiana, il Mediterraneo e la maggioranza dei territori dell’Europa centrale: Roma.
L’arte di interpretare la volontà degli dèi proviene proprio dai “Tirreni” ( gli Etruschi, così chiamati anticamente dai Greci), attraverso una cerimonia sacra, l’aruspicina, durante la quale venivano esaminate le viscere degli animali sacrificati per scopi religiosi.Tarquinius-Superbus

Le storiografie, antica e moderna, sono profondamente incerte e discordanti se attribuire alcune opere infrastrutturali ( per esempio un sistema di canalizzazione delle acque, un impianto fognario, i lavori per il tempio di
Giove Capitolino) al primo dei sovrani etruschi dell’Urbe, Tarquinio Prisco, oppure all’ultimo, Tarquinio detto “il Superbo”, entrambi appartenenti alla celebre famiglia dei Tarquinii.
Oltre a queste azioni costruttive, emerge, in negativo, un terribile massacro ai danni della plebe.
Gli operai in servizio per la costruzione delle fognature, martoriati ed esausti a causa dei ritmi impossibili del lavoro, presero la decisione di un suicidio collettivo: i cadaveri, in blocco, vennero crocifissi dall’autorità per spaventare ed impressionare il resto dei cittadini.
Plinio il Vecchio attribuisce questo evento a Tarquinio Prisco, mentre per l’annalista Cassio Emina il colpevole dello scempio è Tarquinio il Superbo.

260px-Tarquinius-PriscusTarquinio Prisco si servì per questo lavoro della manodopera della plebe; poiché non si poteva dire se la fatica fosse più pesante o più prolungata nel tempo, e da ogni parte c’erano cittadini che cercavano di sfuggire alla spossatezza con il suicidio, il re escogitò una soluzione inedita, che non fu mai adottata se non in quella situazione: fece crocifiggere i corpi di tutti i suicidi perché fossero sotto gli occhi dei concittadini, e insieme venissero sbranati dagli animali selvaggi e dagli uccelli.

Plinio il Vecchio, Storia Naturale, XXXVI, 107

 

Tarquinio il Superbo costrinse il popolo a costruire delle cloache e, quando la durezza del lavoro indusse molti ad impiccarsi, ordinò che i loro corpi fossero crocifissi.

Cassio Emina, fr. 15 Peter

 


 

* per le fonti letterarie di questo articolo, ho attinto il materiale da “Fonti per la Storia Romana”, Geraci-Marcone, Le Monnier, 2012, soprattutto dal quarto capitolo, pp. 46-56