Culturificio
pubblicato 4 anni fa in Recensioni

L’ora X: Una storia di Lotta Continua

di Erri De Luca, Cosimo Damiano Damato e Paolo Castaldi

L’ora X: Una storia di Lotta Continua

Tratto da una sceneggiatura inizialmente pensata per il cinema, il graphic novel L’ora X. Una storia di Lotta Continua segna l’esordio di Erri De Luca nella narrativa a fumetti. Coadiuvato da Cosimo Damiano Damato, poeta e regista teatrale e cinematografico, e dal cartoonist Paolo Castaldi, autore attivo nel graphic journalism (segnaliamo alcune delle sue collaborazioni con la casa editrice BeccoGiallo: Etenesh, l’odissea di una migrante e le biografie di Maradona e di Gian Maria Volontè), lo scrittore napoletano racconta una storia d’amore e politica ambientata nella Taranto dei primi anni Settanta, quando lo sviluppo industriale cambia completamente il profilo di una città fino ad allora fondata sulla pesca e sull’agricoltura.

Uno sviluppo senza progresso, per riprendere la celebre analisi di Pasolini, che determina una trasformazione radicale tanto del territorio quanto del tessuto sociale.

Vengono abbattuti caseggiati agricoli e sradicati ulivi secolari, ritenuti vestigia di un passato da cancellare in favore di una modernità che deve far posto alle strutture della nascente Italsider (non a caso, le prime tavole del libro riprendono un documentario di propaganda dell’IRI).

Contestualmente si va formando un nuovo proletariato: molti contadini e pescatori abbandonano le loro attività per ingrossare le fila di quella manodopera destinata a portare avanti l’impianto siderurgico. Ne viene fuori una città irrimediabilmente ferita: il lavoro operaio continua a versare anno dopo anno una quota crescente di vittime, tra incidenti in fabbrica e malattie incurabili, mentre la rendita della bellezza – patrimonio artistico e coste – si è andata via via assottigliando.

Le voci e le istanze delle lotte sociali a Taranto vengono accolte all’epoca dalla più importante esperienza extraparlamentare, politica e giornalistica, del secondo dopoguerra, quella di Lotta Continua, cui De Luca aderisce in gioventù per rimanerne poi, per così dire, il custode (la Fondazione intitolata a suo nome mette a disposizione pubblica e gratuita la consultazione dell’intera collezione del giornale).

De Luca e Damato nel graphic novel rinunciano all’opzione autobiografica (lo scrittore ha frequentato in quegli anni l’ambiente tarantino), in favore del punto di vista di una coppia ‘di finzione’, quella formata da due giovani militanti di LC, Sara e Sebastiano: raccontano la loro generosità e la loro passione politica, lo scontro con la mentalità retrograda delle loro famiglie. I due sceneggiatori ricostruiscono i dialoghi dei personaggi attraverso la ripresa pressoché puntuale degli articoli pubblicati all’epoca sul giornale, ma evitano di cadere nel didascalismo e nell’effetto ‘libro stampato’, sfruttando al massimo l’abilità nel disegno di Castaldi: le sue tavole acquerellate evidenziano le emozioni e la personalità dei personaggi, oltre a caratterizzare al meglio l’ambiente tarantino del tempo.

Ma soprattutto De Luca e Damato sono abili nel smussare le pesantezze del linguaggio massimalista rivoluzionario con le armi dell’ironia e soprattutto della poesia, forse l’unica militanza possibile. Non a caso, contrappuntano il racconto i versi del Canzoniere del proletariato, della Canzone del Maggio di Fabrizio De Andrè e di quel  Nazim Hikmet, cantore della donna e della libertà:

Benvenuta, donna mia, benvenuta!

hai posato il piede nella mia cella

e il cemento è divenuto prato

hai riso 

e rose hanno fiorito le sbarre

hai pianto 

e perle son rotolate sulle mie palme

ricca come il mio cuore

cara come la libertà
è adesso questa prigione.

Benvenuta, donna mia, benvenuta!

di Vito Santoro