Culturificio
pubblicato 9 anni fa in Altro

Nobuyoshi Araki

Eros e Thanatos nel panorama fotografico orientale

Nobuyoshi Araki

Nel periodo in cui il corpo inizia ad assumere un’identità multipla e mutante, inserendosi nel panorama del post-human, la fotografia di Nobuyoshi Araki carica l’arte giapponese di una forte valenza erotica.
Si tratta di fotografie che vanno vissute nella loro interezza, nel loro essere parte di un’ emozione che esiste ancor prima dello scatto.
Per Araki, premere l’otturatore, vuol dire immergersi nell’atto sessuale vero e proprio, perché durante i suoi lavori non vi è distacco tra fotografo e modella: egli instaura una relazione, inscena i tabù della cultura orientale, li infrange, talvolta scandalizza.
Ciò che caratterizza la filosofia del fotografo giapponese è soprattutto il connubio tra erotismo e morte.
La sua concezione della morte si instaura in un panorama timoroso di affrontarla, legato ancora all’idea che la morte sia il punto di arrivo del percorso vitale, che con essa si cessi di esistere.

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Sono del 1990 le fotografie che Araki fa alla moglie Yoko durante la sua malattia, quasi come rappresentazione di una dichiarazione d’amore estrema nei confronti dell’amata, sua modella preferita: la donna viene fotografata durante la malattia, nel letto d’ospedale, durante le cure.
La fotografia ha un potere abissale e Araki lo coglie a pieno: fotografando la moglie, egli immobilizza la scena in un’immagine che resterà perennemente ancorata al tempo, inibita dalla più audace tentazione di modificazione, staticamente eterna.
Sempre del 1990 è la serie Erotos, nella cui collezione Araki fotografa frutta dai tessuti lacerati, gusci, fiori, carne, frammenti di oggetti inorganici.
Ciò di cui si tratta è un lavoro ricco di allusioni basato sulle forme, su concetti che hanno poco o nulla di erotico ma che non fanno venire in mente altro allo spettatore se non erotismo.
araki 2Gli oggetti sono mostrati in maniera del tutto ‘innocente’: non ci sono genitali veri ma solo idee, situazioni che rimandano al sesso inducendo, chi guarda, a provare istinti sessuali.
Superata, quindi, la nozione classica di corpo e sessualità, il concetto di fotografia artistica si espande verso un erotismo rivolto anche all’inorganico, alla rappresentazione di oggetti fotografati nella loro decadenza.
In questo modo l’artista localizza il tema della morte, la rende parte integrante della vita slacciandola dalla consueta regolarità del tempo, rendendola immortale.

 

Articolo a cura di Antonella Izzo