Gianmarco Canestrari
pubblicato 5 anni fa in Recensioni

Perché si sogna? O De somnia

Memorie di un sognatore abusivo di Paolo Pasi

Perché si sogna? O De somnia

Parlare dei sogni è parlare dell’uomo. È interrogarsi su una materia tanto conosciuta quanto oscura e nebulosa, dietro alla quale si nasconde un mondo così vasto che è forse impossibile all’umana ragione poterne indagare le più intime realtà. Il grande filosofo e teologo Tommaso d’Aquino nella sua enorme e vasta produzione letteraria si è occupato spesso dell’indagine onirica, tanto che, nella sua opera magna, parlando del caso della divinazione, ha avuto modo di esprimersi sulla natura e la causa stessa dei sogni. A tal proposito l’Aquinate dichiara:

Si deve dunque ricordare che la causa dei sogni può essere interna ed esterna. Quella interna poi è di due specie. L’una è di ordine psicologico: e sta nel fatto che nella fantasia del dormiente si riproducono le immagini relative alle cose di cui si era occupato a lungo il suo pensiero e il suo sentimento durante la veglia. E questa origine o causa dei sogni non può essere causa degli eventi futuri. Perciò tali sogni sono del tutto accidentali rispetto al futuro; e se talora c’è una coincidenza, essa è del tutto casuale. L’altra causa interna dei sogni è invece di origine fisiologica. Infatti dall’interna disposizione del corpo nascono nella fantasia delle disposizioni corrispondenti: come un uomo nel quale predominano gli umori freddi, nel sogno immagina di essere nell’acqua o nella neve. E per questo i medici raccomandano di badare ai sogni per conoscere le disposizioni interne. Similmente anche la causa esterna dei sogni è di due specie, cioè corporale e spirituale. Corporale in quanto l’immaginazione di chi dorme viene alterata o dall’aria circostante, o dall’influsso dei corpi celesti, in modo che al dormiente appaiano delle fantasie conformi alle disposizioni di tali corpi. – Invece la causa spirituale talora proviene da Dio, il quale rivela alcune cose agli uomini nel sogno attraverso il ministero degli angeli, secondo le parole della Scrittura [Nm 12, 6]: “Se ci sarà un vostro profeta, io, il Signore, in visione a lui mi rivelerò, in sogno parlerò a lui”. Al contrario talvolta l’apparizione di certe fantasie nei dormienti è dovuta all’intervento dei demoni, i quali attraverso di esse in certi casi rivelano il futuro a quanti hanno con loro dei patti o commerci illeciti (Tommaso d’Aquino, Summa Theologiae, II-II, q.95, a.6, ESD. ).

Al di là della mia ammirazione, per non dire amore, incondizionata verso uno dei massimi geni che l’umanità abbia mai avuto, è interessante questa disquisizione fatta da Tommaso perché ci aiuta a fare chiarezza su questo tema tanto spinoso quanto affascinante. La domanda di base da cui partire è infatti: qual è la causa dei sogni? Da cosa si originano le immagini oniriche che abitano la nostra mente? E inoltre: quali fattori influiscono sulla produzione dei sogni? Quali circostanze mettono in moto la nostra immaginazione? Sono queste gli interrogativi da cui, potremmo dire, parte e a cui cerca di dare risposta il capolavoro di Paolo Pasi, “Memorie di un sognatore abusivo” (Edizioni Spartaco, 2009). Ho già apprezzato il modo di scrivere e di impostare le storie che mette in scena di Paolo Pasi, recensendo altri suoi capolavori che mi hanno trasmesso e insegnato tanto. In fondo la lettura ha questo straordinario potenziale di “catturare” le nostre menti e i nostri cuori in ciò che scorre di fronte ai nostri occhi, fissandolo e immagazzinandolo con una forza incredibile nella nostra “biblioteca cerebrale”. Ed è questo l’effetto che mi producono i libri di Pasi: mi attraggono, calamitano i miei occhi tanto da non riuscire a staccarli dalla piacevole lettura dei romanzi ad ampio respiro che ormai sono la “firma” indelebile del suo modus agendi.

Immaginate di essere nel lontanissimo (si fa per dire!) anno 2035 in una bellissima ma alquanto strana comunità all’interno del quale, oltre alle annose e mai amate tasse che già ci affliggono, ci sia da pagare un’altra tassa un po’ particolare: l’IVO. Ma,vi chiederete: cos’è? Beh, è l’imposta sul valore onirico, ovvero una tassa sui sogni. Ebbene si…. Sognare costa! E purtroppo chi ci rimette sono i grandi sognatori come il nostro simpaticissimo protagonista, il quale, tra le sue tante virtù, ha un piccolo “vizio”: sogna troppo. Appunto. Ha provato tutti i rimedi possibili e immaginabili.. ma niente! Il suo cervello è come se fosse dipendente da quella strana materia informe chiamata sogno. E poi sogna di tutto. Di sicuro avrebbe fatto contento il Maestro di Roccasecca: al centro dei suoi sogni, infatti, rientrano tutte le categorie di sogni da lui esaminati. I sogni che vengono in mente al nostro malcapitato protagonista sono causati tanto da quello che ha vissuto o provato nella giornata, tanto quelli che in qualche modo hanno origine nei meandri più nascosti della psiche o che provengono da qualche disposizione fisiologica, provata sul momento. Quanto poi alle cause esterne, possiamo, traslitterando il discorso tomista, dire che all’origine delle sue immaginazioni oniriche c’è l’influsso non tanto di corpi celesti, quanto di corpi materiali tecnologici “acchiappasogni”. Grazie a delle splendide e comode ventose applicate alle tempie, è possibile per il Grande Fratello controllare e monitorare le sue incoscienti “vittime”. Se avete ben capito, per il nostro protagonista ciò era segno di guai in vista. Se si supera una certa soglia scatta la visita della Polizia onirica che provvederà bene bene a disciplinare questa “malattia”, questa disobbedienza. In questo quadro abbastanza sconcertante, per non dire terrificante, non mancano però delle urla di grida verso questo “totalitarismo onirico”, le quali, con astuzia e capacità d’azione, riusciranno a mettere la parola fine a questo incubo. Non so se c’entri qui anche la “causa spirituale”, come la chiama il buon Tommaso, ma di certo il Fronte di Liberazione è una vera manna dal cielo. Quello che veramente affascina di questo romanzo è la sua capacità di tenerti col fiato sospeso fino alla fine, e la storia ti prende a tal punto che non puoi non immedesimarti nel protagonista e nei suoi stati d’animo. Volevo fare un’ultima riflessione ricollegandomi ad una magnifica citazione tratta dal libro:

Ho preso coscienza politica. Adesso so perché hanno inventato la X-19. Per tenerci lontani da noi stessi, perché i sogni sono una parentesi d’incoerenza, ci spogliano dell’abitino sociale che i sarti della Comunità hanno preparato su misura per se stessi.

Molte volte, nella storia, abbiamo avuto modo di vedere il diffondersi di un modo di comportamento che, basandosi sull’assioma del “tutto è possibile” e su sentimenti ipertrofici riconducibili alla hybris greca, ha portato ai grandi drammi e alle grandi tragedie che hanno, ahimè, costellato il cosmo delle vicende umane. Volontà di potenza incondizionata e assoluta, costrizione e assoggettamento sono forse i tre ingredienti che servono per produrre fenomeni come i totalitarismi o i sistemi costrittivi che abbiamo visto sulla scena del mondo. Bisogna avere il coraggio di liberarsi dell’ “abitino” che gli altri hanno cucito e che ci hanno costretto ad indossare per assomigliare ai “tipi” che la società stessa produce e ai quali dobbiamo il più possibile assomigliare per non essere considerati “strambi” o asociali. Non bisogna mai rinunciare al più grande dei doni che possediamo: la libertà. Libertà di pensiero, di parola, di opinione, di manifestazione o di espressione di ciò che inevitabilmente ci appartiene in quanto patrimonio del nostro Io, della nostra personalità. Bisogna avere il coraggio di diventare, come il nostro protagonista, “patrioti dei sogni”, anche quelli “scomodi”, che si trovano fuori dall’orizzonte ermeneutico imposto dall’alto. Forse, arrivati a questo punto, sarebbe bene porci lo stesso interrogativo di fronte al quale ci mette l’autore:

i sogni, quelli veri, chi li insegue più?

 

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