Pirandello mai visto
alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma
Oggi, 16 Aprile 2019, presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma sarà inaugurata la mostra documentaria e iconografica “Pirandello mai visto”. Si tratta di un percorso che delinea una fedele ricostruzione biografica dell’autore siciliano e parallelamente una focalizzazione sul ragionamento e sullo studio della sua poetica; la mostra è suddivisa infatti in cinque sezioni all’interno delle quali è possibile visionare manoscritti di opere che attestano le modalità di composizione e ne chiariscono il sistema creativo; vi sono inoltre numerose lettere inedite di Gabriele D’Annunzio, Benito Mussolini e dello stesso Pirandello ai figli.
La biografia dello scrittore, lacunosa in rapporto agli innumerevoli contributi critici che gli sono stati dedicati, oggi viene accuratamente ricostruita nonostante restino oscuri alcuni aspetti del disastro familiare, relativo alla pazzia della moglie Antonietta Portolano, che determinò un cambiamento di rotta dell’opera Pirandelliana dal teatro alla narrativa.
Un’intera sezione è dedicata al folto carteggio con l’amata Marta Abba, musa di Pirandello e interprete del suo teatro d’avanguardia. La donna, conosciuta nel 1925, diventa oggetto amoroso dell’autore e si insedia nella sua mente come ultimo grande amore a causa della sua natura sfuggevole, un desiderio inappagato che si rafforza col passare degli anni.
Questo intenso legame, intimo e artistico, dagli eredi della famiglia Pirandello sarà censurato con reticenze e omissioni.
Nonostante qualche buia lacuna della sua memoria, la vita dello scrittore si configura come un assioma: “non vivo, scrivo”; per lui infatti vivere e scrivere sono una sola cosa, ragion per cui la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma ha deciso di dedicargli questa mostra con particolare riguardo alle carte pirandelliane mai viste.
Di maggiore interesse sono le lettere di Pirandello inviate a figure del mondo culturale, nelle quali si rintracciano riferimenti alla genesi di alcune sue opere. Esse rivelano come lo scrittore sia stato protagonista di un’intensa e poliedrica attività letteraria; il suo notevole impegno sarà consacrato a livello internazionale nel 1934, con il premio Nobel per la Letteratura.
Conosciuta in ogni parte del mondo, la vastissima opera di Luigi Pirandello ha dato voce a personaggi narrativi e drammatici che interpretano la crisi sulla quale si affaccia il Novecento, un secolo privo di certezze che lo scrittore esplora e denuncia con gli strumenti della scienza, affrontando tematiche come l’identità, l’inconscio e le nevrosi.
Tantissimi sono pertanto gli spunti che dominano il percorso documentario e iconografico messo a punto dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma in collaborazione con l’Istituto di Studi Pirandelliani e sul Teatro Contemporaneo; la mostra sarà visibile dal 16 Aprile al 28 giugno 2019 nella sede della Biblioteca in Viale Castro Pretorio 105 a Roma.
Articolo a cura di Carola Baudo