Culturificio
pubblicato 4 anni fa in Tra immagini e parole

Tra immagini e parole

una nuova rubrica sul culturificio dove si incontrano cinema e letteratura

Tra immagini e parole

La rubrica Tra immagini e parole vuole proporre un confronto tra cinema e letteratura, prendendo in considerazione otto pellicole cinematografiche, una per decennio, tratte da opere letterarie nel periodo compreso tra il 1940 e il 2020.

La scelta della filmografia è stata dettata dal desiderio di contestualizzare il periodo storico in cui è stato girato il film, tenendo conto anche della data in cui è stato pubblicato il libro, ponendo così delle suggestioni sulla visione di un tema specifico – come quello politico, narrativo, artistico o religioso – in un determinato periodo storico cinematografico e collegandolo, se necessario, a quello letterario. L’intento è quello di prendere il considerazione un decennio, estrapolare la singola opera cinematografica e ipotizzare delle connessioni con le sue radici letterarie, ovvero il romanzo da cui deriva, senza definirne un valore assoluto.

Il prodotto letterario, molto più anziano e consolidato nel tempo, viene da sempre visto come elemento culturale di maggiore spessore rispetto a quello cinematografico. Il cinema vede la luce come forma di intrattenimento e come tale, nonostante le sue continue evoluzioni e le sue connessioni con il mondo intellettuale, fa più fatica a conservare un posto nell’olimpo dell’erudizione. La rubrica cerca di approfondire il legame tra lo spettatore di un’opera cinematografica e il lettore di un romanzo attraverso il paragone e l’indagine, delle differenti fruizioni della singola esperienza artistica; se il lettore deve trasformare le parole in immagini per mezzo dell’immaginazione, lo spettatore cinematografico assimila il flusso di immagini che il regista ha pensato, e scelto, per la trasposizione filmica del testo. In altri termini, vede in maniera soggettiva un prodotto artistico oggettivo, universale.

Indagando e approfondendo il testo letterario e l’opera cinematografica, sarà possibile interpretare le scelte dello scrittore e del regista ponendo dei paragoni, delle domande e delle riflessioni delineando, interpretando, una sorta di mappa concettuale intorno alle singole opere. I due mezzi di comunicazione camminano contemporaneamente attuando gli stessi racconti attraverso un differente metodo di narrazione e si riescono ancora oggi a mettere a confronto grazie alla forza dei racconti e alla potenza delle immagini. Inoltre, si cercherà di tenere parzialmente in considerazione la sceneggiatura proprio per mantenere l’importanza dell’aspetto soggettivo, decisionale, del regista e di non limitare le riflessioni alla trasposizione del romanzo in dialoghi, tenendo anche conto del fattore umano costituito dall’interprete, ossia dagli attori e dalle attrici.

Molto spesso si ha a che fare con confronti tra cinema e letteratura meramente legati al piano estetico, che sicuramente gode della sua importanza, vista la differenza di fruizione dei mezzi da parte del pubblico, ma è necessario considerare anche altri aspetti, come quello semiotico. La semiotica guarda al prodotto comunicativo come un insieme di segni, siano essi orali, scritti, sonori, visivi ecc. È necessario sottolineare che il testo filmico rappresenta un codice complesso, in quanto nasce da una pluralità di codici (verbale, acustico, visivo) e si sviluppa soprattutto tramite il passaggio tra tali codici: dal testo scritto del soggetto, a quello della sceneggiatura, passando per le diverse versioni cinematografiche, sino a giungere alla definitiva resa del film, con elementi iconico-verbali.

Nonostante tale transcodificazione, la fruizione per lo spettatore e di conseguenza la decodifica del messaggio risultano più semplici, pur essendoci ovviamente dei vincoli imposti dalla visione. Il rapporto tra cinema e letteratura si è presentato sempre come complesso e contraddittorio, innanzitutto per quanto concerne il piano linguistico, vista la difficoltà ad organizzare sintatticamente le sequenze cinematografiche. I due sistemi semiotici però presentano un elemento essenziale comune, che ne permette la comparazione: la struttura narrativa. Attraverso la semiotica narrativa e l’analisi del contenuto si è infatti giunti ad un confronto concreto tra i due sistemi.

Perché, ancora oggi, è importante parlare del rapporto tra cinema e letteratura? Il cinema e la letteratura rappresentano due forme di narrazione molto potenti. Se la parola scritta permette al lettore di immaginare, quella rappresentata esteticamente dona a chi ne fruisce le immagini stesse. Il rapporto tra cinema e letteratura è dunque interessante poiché presuppone una ricezione completamente diversa, ma al contempo parallela. Guardando il periodo cinematografico contemporaneo alcuni registi vogliono ancora dirigere le loro opere basandosi su trasposizioni letterarie. Martin Eden (2019) di Pietro Marcello, Burning (2018) di Lee Chang-dong oppure Ready Player One (2018) di Steven Spielberg sono lungometraggi, recenti e acclamati, tratti da romanzi. Come se il cinema non riuscisse a fare a meno di dialogare e concatenarsi con la letteratura; un rapporto che dura da più di ottanta anni e che vale la pena continuare ad analizzare.

La letteratura è una fonte inesauribile e musa ispiratrice per la creazione di un’opera filmica, che anno dopo anno continua ad alimentare sceneggiature. Senza la letteratura non potrebbero esistere alcuni capolavori cinematografici, ma è anche vero che senza la macchina filmica e la sua cassa di risonanza alcune opere letterarie rischiavano di rimanere nascoste, o perdute, in qualche biblioteca. Oggi, come in altri periodi storici, la parola scritta continua a fornire al prodotto cinematografico elementi necessari per raccontare storie e per permettere al lettore di vivere un’esperienza piena; al contempo il cinema spesso fornisce spunti di riflessione allo spettatore, rimandandolo alla lettura del testo originale da cui è tratto il film. Un rapporto transmediale completo e continuo, che non si può fare a meno di tenere in considerazione; per tale motivo continuare a riflettere su queste due discipline è ancora attuale; è una tematica che attraverso le sue influenze reciproche non smette mai di evolversi.

di Maria Cagnazzo e Alessandro Foggetti