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pubblicato 4 anni fa in Arte

Impressionisti segreti a Roma

Impressionisti segreti a Roma

A partire dal 6 ottobre 2019, Roma si arricchisce di una doppia offerta culturale: l’apertura al pubblico di Palazzo Bonaparte in contemporanea all’inaugurazione della mostra Impressionisti Segreti, in cui saranno esposte opere provenienti da collezioni private e quindi precluse, finora, al grande pubblico.

Si riscontra subito un fil rouge tra il luogo, sede dell’esposizione, e la mostra stessa. Come le opere pittoriche sono state custodite gelosamente dai collezionisti, lo stesso è avvenuto per il Palazzo Bonaparte che, da residenza privata, è divenuto contenitore di mostre d’arte contemporanea. A rendere l’intero percorso espositivo ancor più interessante è di certo la fama internazionale delle curatrici: si parla di Marianne Mathieu, direttrice scientifica del Musée Marmottan Monet di Parigi, e Claire Durand-Ruel, discendente di Paul Durand-Ruel, mercante d’arte conosciuto per essere stato il primo a sostenere il lavoro artistico degli impressionisti.

L’esposizione prevede cinquanta capolavori dei maggiori artisti quali Monet, Renoir, Cézanne, Pissarro, Gauguin e tanti altri, presentati seguendo la loro evoluzione stilistica. Si parte dagli anni Settanta dell’Ottocento, quando per le strade di Parigi un gruppo di giovani comincia ad allontanarsi dal gusto ufficiale del Salon e si assiste alla creazione di una corrente artistica che farà del soggetto quotidiano, della resa pittorica chiara e della frammentazione della pennellata, il suo credo. Ciò permetterà il confluire nelle file impressioniste di molteplici artisti interessati a riprodurre opere en plain air riprendendo le redini di ciò che aveva caratterizzato la scuola di Barbizon, considerabile alle origini della corrente parigina.

Tra gli artisti esposti emergono nomi meno noti, spesso allievi dei grandi maestri: tra questi bisogna citare Berthe Morisot. La sua storia personale permette allo spettatore di comprendere anche il quadro storico in cui vive l’artista. Proveniente da una famiglia agiata, incontra i primi problemi nel momento in cui decide di consacrare la sua vita all’arte. Nata donna, non ebbe modo di accedere alle accademie, assurdamente riservate ai soli uomini. Ciò non compromette né la sua voglia né la sua abilità, decidendo di studiare da autodidatta ed entrando presto nelle grazie di Manet, di cui poi sposerà il fratello. È l’unica donna a partecipare alle radici del movimento impressionista, esponendo nella celebre mostra nello studio di Nadar, momento cruciale che segna l’inizio dell’Impressionismo. Morisot, pittrice tra le più visionarie e fantasiose del gruppo, non fu l’unica donna nel panorama impressionista. Tra queste ritroviamo in mostra Eva Gonzalès, discepola di Manet e sua stretta collaboratrice, fu una pittrice forte e raffinata in grado di rendere momenti semplici di quotidianità con lessico sorprendente.

Conclude il percorso espositivo, la testimonianza della nuova generazione di artisti che non mescola più i colori sulla tavolozza bensì li accosta direttamente sulla tela sotto forma di piccole pennellate. In tal modo i colori, isolati, si ricompongono a distanza sulla retina dell’osservatore.

Ad accompagnare il lavoro degli artisti è anche il sostegno costante dei massimi letterati del tempo come Émile Zola il quale sottolinea la freschezza della modella ritratta nell’opera L’indolenza di Eva Gonzalès come

una Madonna discesa da una vetrata e dipinta da un’artista naturalista del nostro tempo.

Quando non sono i letterati a rendere omaggio agli artisti, ci pensano quest’ultimi a celebrarli come nel caso del pittore Gustave Caillebotte che nell’opera Interno, donna alla finestra richiama nella sua modella l’apatia di Emma Bovary descritta da Flaubert:

Quanto a lei, la sua vita era fredda come un granaio esposto a nord, e la noia, ragno silenzioso, tesseva nell’ombra la sua tela in ogni cantuccio del suo cuore.

Il luogo che un tempo fu residenza di Letizia Bonaparte, madre di Napoleone, resta fedele alla cultura d’oltralpe dedicando la prima mostra a una storia tutta francese. La mostra offre allo spettatore un viaggio intimo, discreto nel cuore di Roma, in un palazzo che ha cambiato il suo uso, in cui si trovano opere destinate un tempo ad abitazioni private, che raccontano storie personali, fatti di vita familiare, luoghi dell’infanzia e sentimenti rivelati.

di Chiara Tondolo

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