“Licorice Pizza”, un jukebox di ricordi

“Licorice Pizza”, un jukebox di ricordi

Pizza e liquirizia, un binomio insolito, come i protagonisti dell’ultimo film di Paul Thomas Anderson, Licorice Pizza appunto, la storia di due ragazzi separati da dieci anni di differenza le cui vite si incrociano casualmente durante la giornata delle foto per l’annuario scolastico.

Alana (Alana Haim) è una venticinquenne scontrosa e all’apparenza sicura di sé che non ha ancora trovato il suo posto nel mondo. Gary (Cooper Hoffman) invece è un adolescente impulsivo che si atteggia da adulto, lavora nello spettacolo da quando era bambino e coglie ogni opportunità per fare nuove esperienze, dalla vendita dei materassi ad acqua alle sale giochi.

L’incertezza per lui non è ancora un problema, sente di avere il mondo a disposizione e vuole provare tutto. Quando vede Alana ne rimane folgorato e le chiede subito di uscire, nonostante sia più grande e cerchi di mantenere le distanze. Lei si mostra infastidita ma anche un po’ lusingata da questo interesse, tanto che alla prima cena insieme gli confessa:

Tu sarai ricco in una villa quando avrai sedici anni. Io starò qui, a fotografare ragazzini per l’annuario quando ne avrò trenta. Non ti ricorderai di me.

E lui le risponde testardo:

Io non ti dimenticherò e tu non mi dimenticherai.

Inizia così quella che sembrerebbe soltanto una fugace cotta adolescenziale, che si trasforma invece in una romantica amicizia.

Il regista ci porta negli anni Settanta, immergendoci in un’atmosfera nostalgica, come in un collage di vecchie fotografie. Due ragazzi che si sfiorano mentre sono seduti a un tavolo o che si riposano su un traballante letto ad acqua dopo una corsa; un album fatto di memorie legate a vari episodi in maniera a volte un po’ frammentata. Uniti compongono un puzzle a cui forse manca qualche pezzo, ma capace di restituire tutto sommato una storia coinvolgente con alti e bassi emotivi in cui identificarsi.

Un omaggio alla San Ferdinando Valley della sua infanzia, in cui realtà e personaggi iconici, oltre a essere trasfigurati dalla finzione cinematografica, vengono sfumati dal trascorrere del tempo. Licorice Pizza è un sogno a occhi aperti dove si mescolano le fantasie ai ricordi, grazie anche a canzoni iconiche, che come un jukebox sono sempre pronte ad aumentare il pathos di alcuni momenti. La musica svolge infatti un ruolo essenziale: il titolo del film, letteralmente “pizza di liquirizia”, prende spunto dal nome di una celebre catena di negozi del periodo, che faceva riferimento alla forma e al caratteristico nero lucido dei vinili.

In particolare, questa espressione venne usata per la prima volta dal duo folk Bud & Travis, che dopo lo scarso successo di un loro album affermarono ironicamente che avrebbero potuto rivendere i dischi spacciandoli per pizze alla liquirizia. E proprio il reinventarsi e cercare un modo per riuscire a cavare qualcosa anche dai propri insuccessi rappresenta il cuore del film: i due protagonisti procedono a tentoni, non sanno dove sono diretti ma ciò non impedisce loro di andare verso quella destinazione incerta correndo all’impazzata.

Sempre a proposito di musica, l’attrice Alana Haim, omonima del personaggio che interpreta, insieme alle sue sorelle (che compaiono nel film nelle stesse vesti) fa parte di una band di cui Paul Thomas Anderson ha diretto diversi videoclip musicali e ha deciso di scritturarla per quello che è il suo primo ruolo sul grande schermo. Un ottimo esordio che non tradisce inesperienza e al contrario, proprio come la sua controparte, dimostra quella sicurezza sfacciata di chi non vuole far vedere che è la propria prima volta.

Licorice Pizza è un racconto di formazione che ha come cornice una storia d’amore, in cui il regista contrappone i giovani protagonisti al mondo circostante, fatto di figure grottesche e talvolta ridicole. «The freakiest show» come recita Life on Mars di David Bowie, sottofondo di una delle tante corse del film. Gli adulti, infatti, sembrano appartenere a un mondo estraneo, come se parlassero una lingua diversa e non riuscissero a vedere o ad ascoltare gli altri, presi dal loro egocentrismo e dalle loro fisime, che li rendono il centro di alcune delle scene più esilaranti.

Alana cerca di adattarsi, ma finisce per passare molto tempo con Gary e i suoi coetanei, con un certo disagio dovuto al fatto che lei non è più un’adolescente. Cerca di barcamenarsi tra iniziative e business improbabili, a volte facendosi un po’ trascinare da lui, finché non sente incombente il peso di essere una giovane adulta che non ha trovato ancora una stabilità. Tra i due si crea un rapporto genuino in cui si prendono cura l’uno dell’altra, anche se non mancano incomprensioni e rivalità che li portano ad allontanarsi.

Dopo alcuni momenti di gelosia per la spensieratezza di Gary, Alana prova a crescere, iniziando qualcosa di serio che dimostri che vale più di quanto gli altri possano pensare. È in cerca di una direzione e cerca di farsi notare, ma si rende conto che il mondo adulto è un enorme messa in scena in cui ognuno sembra interpretare un ruolo, e spesso non capisce la differenza tra realtà e finzione. Lei però rifiuta di accettare che qualcun altro sia il regista della sua vita.

Quello che colpisce del film di Anderson, oltre alla bellezza delle inquadrature e di un’accurata colonna sonora, è la semplicità di una storia che può contare su ottimi interpreti che si caratterizzano per una fisicità quotidiana, fatta di volti comuni e imperfetti dotati di un carisma che li rende affascinanti. Ragazzi che si incontrano per caso, si scontrano, fuggono e poi alla fine tornano verso l’altro in corse perdifiato, o a fiato sospeso. Come nella memorabile scena in cui finita la benzina, a causa della crisi del petrolio di quegli anni, Alana decide di percorre la strada in discesa, quasi tutta in retromarcia, e incredibilmente ci riesce.

Con la loro autenticità, il viso entusiasta di Gary e quello sorpreso ma anche malinconico di Alana, che stupisce sé stessa per l’audacia, quasi infantile, di quello che è riuscita a fare, racchiudono l’essenza di Licorice Pizza.