Alessandro Di Giacomo
pubblicato 5 anni fa in Altro \ Storia

Game of Thrones – le vere storie alla base del mito

Game of Thrones – le vere storie alla base del mito

Game of Thrones, la serie dei record, uno dei maggiori eventi mediatici a livello globale, si è appena conclusa. La storia fantasy degli Stark, dei Lannister e dei Targaryen, nata dalla penna di George R.R. Martin, ha appassionato milioni di lettori e telespettatori in tutto il mondo.

Alla base de “Le cronache del ghiaccio e del fuoco” però non c’è solo l’abilità di registi, il lavoro degli attori e il genio dello scrittore statunitense ma anche tanti eventi realmente accaduti, leggende in cui credevano gli uomini del Medioevo e veri sovrani che hanno deciso il destino dell’Europa. Ecco la vera storia del gioco del trono.

Il primo evento storico fortemente legato alla trama de “Il Trono di Spade” è, senza dubbio, la Guerra delle due Rose (1455 – 1485), un conflitto combattuto in Inghilterra tra la ricca e potente famiglia dei Lancaster e l’orgogliosa compagine degli York.

I nomi delle due famiglie non vi ricordano nulla?

Questo conflitto del periodo tardo medievale è stato così  denominato dopo che lo scrittore Walter Scott pubblicò, nel 1829, il romanzo Anna di Geierstein, ponendo l’attenzione sugli stemmi delle due casate: entrambi infatti recavano una rosa, bianca per gli York e rossa per i Lancaster (anche i colori sono gli stessi di Stark e Lannister). Inoltre, gli stemmi delle due casate ricordano anche quello di un’altra famiglia coinvolta in Game of Thrones, i Tyrell della Valle (rosa gialla su fondo verde).

Altro conflitto che ha influenzato il Trono di Spade è la Guerra dei Cent’anni (1337 – 1453), combattuta dai Regni di Inghilterra e Francia, nello scacchiere europeo. Lo spunto principale di questo conflitto cui Martin si è ispirato, non è legato alla guerra in sé ma … al clima!

L’Inverno sta arrivando!” è il motto di Casa Stark e altresì una realtà tangibile nella serie con l’arrivo dei temibili Estranei. In effetti, nel corso della Guerra dei Cent’anni si verificò una “piccola era glaciale”che vide un netto abbassamento generale delle temperature: se la morte, nel fantasy, arriva con il Re della Notte, nella realtà storica la glaciazione portò alla distruzione di moltissimi raccolti e ad una lunga carestia. Esistono inoltre anche molti riferimenti ad eventi bellici: la battaglia di Azincourt, una delle più violente dell’intero conflitto, è stata di grande ispirazione per la Battaglia dei Bastardi, data l’importanza che ebbero arcieri e cavalleria in uno scontro in campo aperto. Miguel Sapochnik, regista dell’omonima puntata (la nona della sesta stagione), David Benioff e Dan Weiss, creatori della serie televisiva, hanno dichiarato in un’intervista reperibile su YouTube, di aver preso come ispirazione non solo Azincourt ma anche altre battaglie come quella di Canne, combattuta nel 216 a.C., tra l’esercito Romano e la compagine Cartaginese del prode Annibale. Questa battaglia, appartenente alla Seconda Guerra Punica, ha infatti consegnato alla storia uno degli esempi di tattica militare maggiormente riusciti: Annibale sbaragliò le truppe romane circondandole, tagliando loro le vie di fuga e costringendole in un cuneo, attuando per primo la manovra a tenaglia. Questa manovra è stata utilizzata anche dalle truppe del sadico Ramsay Bolton che, dopo aver circondato quelle di Jon Snow, formano una falange spingendo, con scudi e picche, gli alleati del Bastardo degli Stark contro una montagna composta dai cadaveri dei caduti. In questa sequenza ci sono altri due riferimenti storici: la falange macedone funzionava in modo decisamente simile a quella dei Bolton mentre la macabra tattica di formare muri e trincee con i cadaveri dei caduti è stata realmente applicata durante la Guerra Civile Americana del 1861 -1865.

Il momento più sconvolgente dell’intera serie sono però, senza dubbio, le Nozze Rosse. La cena del matrimonio tra Edmure Tully e Roslin Frey, sotto le note della canzone Lannister “Rains of Castamere”,  si trasforma, con un colpo di scena incredibile, nel massacro dell’intera famiglia Stark presente.

I riferimenti storici a questo tragico evento sono addirittura due e appartengono alla storia della Scozia: la Black Dinner e il massacro di Glencoe.

La Black Dinner risale al novembre del 1440 quando, durante la guerra tra la Scozia e il Clan dei Douglas, una potente famiglia del reame, l’entourage del giovanissimo Re Giacomo II di Scozia (il Re aveva appena dieci anni e non poteva governare senza consiglieri) decise di proporre una tregua al Clan, garantendo ospitalità ai giovani eredi della famiglia Douglas nel Castello di Edimburgo. I giovani furono accolti con una festa e con dell’ottima musica ma, dopo la cena, al sedicenne David e al quindicenne William Douglas fu portato un piatto con la testa mozzata di un toro nero. Era il segnale: improvvisamente la musica cessò e tutti gli uomini del Clan furono massacrati, mentre gli eredi della famiglia portati nel cortile e decapitati senza pietà. Nella serie televisiva il segnale che scatena la furia omicida dei Bolton e dei Frey non è una testa di toro ma, come detto, la canzone Lannister “Rains of Castamere”; tuttavia la testa di Vento Grigio, il metalupo di Robb Stark, viene tagliata e cucita sul corpo del malcapitato Re del Nord. Il massacro di Glencoe invece è datato 1692 quando 38 membri di un altro Clan scozzese, quello dei MacDonald, furono massacrati nella stessa notte in tre differenti feste.

In entrambi questi eventi storici, gli organizzatori dei massacri non rispettarono uno dei capisaldi della logica medievale: la sacralità dell’ospite. Non era permesso uccidere a tradimento o battersi con qualcuno che era ospitato e, nel Medioevo, si credeva che, chi fosse venuto meno a questa norma, sarebbe stato “condannato per sempre”, come accade ai Frey, uccisi per mano di Arya Stark.

Anche la geografia di Game of Thrones ha dei riferimenti nella storia: la forma di Westeros ricorda quella della Gran Bretagna rovesciata e il nome di Sette Regni non è solo frutto della fantasia di Martin. Un chiaro riferimento storico è fornito dall’Eptarchia (“Sette sovranità”), un termine utilizzato dagli storici per designare i sette antichi regni (Northumbria, Anglia Orientale, Mercia, Essex, Sussex, Wessex, Kent) in cui era anticamente divisa l’Inghilterra.

La Barriera è un altro luogo mistico del mondo di Game of Thrones: dovrebbe fungere da difesa contro popoli barbarici e mostri che popolano l’impenetrabile Nord ed ha, incredibilmente, un collegamento con la storia della Roma Imperiale, il Vallo di Adriano. Costruito dall’Imperatore Adriano nella prima metà del II secolo, questo possente muro segnava il confine tra la provincia romana e i territori della Britannia e la Caledonia. Il collegamento fra le “due barriere” è stato ammesso dallo stesso George R.R. Martin in un’intervita di qualche anno fa nella quale lo scrittore disse, in relazione ad una sua visita al sito archeologico del Vallo, di aver immaginato la paura di un soldato di guardia ai confini del mondo conosciuto: «Stavo in piedi su questo muro e cercavo di immaginare come si doveva sentire un soldato romano venuto dall’Italia, a guardare l’orizzonte e non sapere cosa sarebbe venuto fuori da quelle foreste».

Non solo luoghi ed eventi ma anche eserciti e personaggi principali si collegano alla storia. L’esercito degli Immacolati, le truppe che Daenerys libera ad Astapor, hanno fatto discutere gli esperti di storia antica sulle loro origini. Esistono addirittura tre riferimenti: il primo, per vestiario e abnegazione al combattimento, è legato al mondo degli Opliti di Sparta. I guerrieri greci erano vere e proprie macchine da guerra, armati di scudo e lancia sapevano combattere anche con corte spade letali nel corpo a corpo; inoltre, gli spartani erano formati, fin da bambini, con il tremendo addestramento dell’Agoghé (in greco antico: ἀγωγή) che li spingeva a sopportare fatica e dolore senza lamentarsi, a condividere un forte senso di appartenenza ai fratelli in armi e alla rinuncia del proprio nome. La leggendaria battaglia degli immacolati contro i Dothraki in sovrannumero, che in Game of Thrones non viene mostrata ma solo raccontata, somiglia molto a quella delle Termopili.

C’è però una differenza fondamentale: i soldati di Sparta erano uomini liberi, gli immacolati sono schiavi e, per questo, altro possibile riferimento potrebbero essere i Mamelucchi. Questi schiavi-guerrieri furono utilizzati da diverse dinastie di sovrani Persiani poiché, non essendo di religione musulmana, permettevano ai sovrani di aggirare il vincolo religioso che impediva ai seguaci del Profeta Maometto di dichiarare guerra ai loro correligionari.  Alcuni di loro erano eunuchi come gli Immacolati della serie televisiva e, in ogni caso, non era loro permesso di avere mogli o rapporti sessuali e ottenevano la libertà solo dopo aver terminato il loro servizio. Il terzo e ultimo riferimento è legato ai Giannizzeri turchi: schiavi, spesso separati dalle famiglie quando erano ancora in fasce, venivano addestrati al combattimento da giovanissimi e dovevano restare celibi.

Un altro esercito formidabile del mondo di Westeros è quello dei Dothraki. Questi selvaggi cavalieri, per usanze e comportamento durante (abilissimi e spietati guerrieri) e dopo le battaglie (riduzione in schiavitù delle popolazioni sottomesse), ricordano gli Unni le cui orde, di grandi guerrieri ma pessimi navigatori, si riversarono in Europa partendo dalle steppe asiatiche. Re degli Andali e dei Primi Uomini è il pomposo titolo con cui i sovrani dei Sette Regni vengono annunciati nelle occasioni ufficiali. Gli Andali del Trono di Spade sono una popolazione guerriera che, molti anni prima degli eventi narrati nella serie televisiva, invasero Westeros e conquistarono i regni dei primi uomini. Questo scontro ricorda le battaglie tra Romani e le tribù germaniche dei Vandali dei quali gli Andali ricordano anche il nome.

Per ciò che riguarda i protagonisti della serie televisiva ci sono moltissimi riferimenti storici, già partendo dal temutissimo Aerys Targaryen, il “Re Folle” padre di Daenerys: il nome di Re Folle fu coniato nel lontano 1392 per il sovrano francese Carlo VI di Valois. Oltre alla pazzia, che caratterizza i due personaggi, c’è un evento nella vita di Carlo che lo avvicina in modo curioso ad Aerys: durante  il Ballo degli Ardenti, nel 1393, quattro danzatori alla corte del Re perirono in un incendio e Carlo rimase quasi ammaliato dall’immagine dei corpi che bruciavano. La follia è una costante anche nelle famiglie dei due sovrani: la demenza di Enrico VI d’Inghilterra (1421-1471), il nipote di Carlo, favorì lo scoppio della Guerra delle Due Rose, mentre Aerys è nipote di Aerion Targaryen, convinto di essere un drago sotto mentite spoglie umane. Non a caso il Drago, nei bestiari medievali, è visto come massimo esempio di calamità naturale, da contrastare solamente con l’aiuto della fede e dei santi.

Altro personaggio iconico è il Folletto Tyrion Lannister che, per le caratteristiche fisiche, ricorda decisamente Riccardo III. L’ultimo rappresentante della famiglia York era affetto da una grave scoliosi e, per questo, è ricordato come molto più basso dei suoi pari; la descrizione che William Shakespeare ne fa, nel monologo introduttivo alla sua omonima opera, ricorda decisamente Tyrion: «Deforme, incompiuto, spedito prima del tempo in questo mondo che respira, finito a metà, e questa così storpia e brutta che i cani mi abbaiano quando zoppico accanto a loro ». I due condividono anche un’opinione pubblica troppo crudele nei loro confronti: Tyrion è istruito e fedele al suo pensiero, lotta per il bene della sua città, di Westeros e del futuro del mondo ma finisce per essere disprezzato e, più volte, imprigionato. Come lui, Riccardo fu uomo di cultura e fedele combattente ma non gli sarà mai resa giustizia tanto che il suo corpo fu brutalmente lasciato al pubblico ludibrio, dopo essere stato ucciso in battaglia. Nella famiglia Lannister ci sono riferimenti storici anche per Jaime, Cersei e Joffrey. La storia di Jaime ricorda incredibilmente quella di Richard Neville, Conte di Warwick: questi ebbe un ruolo decisivo durante la Guerra delle Due Rose poiché era il rampollo di una ricchissima famiglia inglese  e cambiò schieramento appoggiando prima Enrico VI d’Inghilterra e poi Riccardo Plantageneto, così come Jaime da Guardia Reale di Aerys ne divenne l’assassino. Neville inoltre era detto The Kingmaker,  un soprannome molto simile a “lo Sterminatore di Re.

Cersei ricorda Margherita d’Angiò: entrambe abili manipolatrici di corte e molto discusse per la loro progenie considerata illegittima. Inoltre, così come Cersei causa la Guerra dei cinque Re per rivendicare il diritto al Trono di Spade per suo figlio Joffrey, Margherita scatenò la Guerra delle Due Rose, in difesa del diritto al Trono per suo marito Enrico VI d’Inghilterra, malato, fungendo da guida per i Lancaster contro il Duca di York, da lei visto come un usurpatore (nella serie un chiaro riferimento a Ned Stark). Joffrey  è ispirato da Edoardo di Lancaster, figlio illegittimo di Margherita d’Angiò ed Enrico VI (il vero padre era Edmund Beaufort): affetto da disturbi mentali, si divertiva a far decapitare uomini innocenti nonché ad uccidere con la spada anche suoi fedelissimi.

Theon Greyjoy ha una storia molto complessa e fortemente legata alla redenzione e, almeno nella sua evoluzione iniziale, ricorda la vera storia di Giorgio Plantageneto, Duca di Clarence. I due condividono un’infanzia travagliata: allontanati con la forza dalle famiglie di origine, durante la guerra sono costretti a scegliere tra i rispettivi padri naturali e fratelli adottivi. Entrambi scelgono prima i fratelli e poi i padri e finiscono per pagare a caro prezzo i loro tradimenti: Theon viene torturato per gran parte della terza e della quarta stagione mentre Giorgio viene ucciso annegato in una vasca di vino Malvasia nella Torre di Londra. Ultimo riferimento è per Bran e Rickon Stark. I fratellini sono liberamente ispirati alla storia di Edoardo V d’Inghilterra e Riccardo di Shrewsbury che, alla morte del Re loro padre, furono rinchiusi, ancora bambini, nella torre di Londra dallo zio Riccardo III di Gloucester.

Insomma, se siete rimasti delusi dal finale dell’ottava stagione e non volete aspettare la serie Spin-off… aprite un bel libro di storia!


Fonti

Collegamenti esterni:

Focus

Wired – riferimenti storici

Wired – battaglia

Vanity Fair

Libri:

Storia Medievale, di Massimo Montanari, Editori Laterza, Bari, 2011

L’Età Moderna: dalla scoperta dell’America alla Restaurazione, di Francesco Benigno, Editori Laterza, Bari, 2018

Storia Moderna (1492 – 1848), di Carlo Capra, Le Monnier Università, Mondadori, Milano, 2011

Storia Romana. Edito Maior, di Giovanni Geraci, Arnaldo Marcone e Alessandro Cristofori, Mondadori Education, 2017

Da Re Artù al Trono di Spade: le radici del Fantasy, Focus Storia no 122, dicembre 2016

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