The road(s) not taken: Paul Auster e il suo “4 3 2 1”
C’è un episodio della vita di Paul Auster, raccontato in Why write?, che mi fa sempre sorridere: era un bambino – aveva forse dieci anni – e aveva incontrato in modo del tutto fortuito un giocatore di baseball, all’epoca il suo idolo, ma non aveva una penna con sé, nemmeno una matita, e non era […]